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Roma, 20enne morì a causa di una buca: in 5 rischiano il processo

Nel 2012 il giovane sbandò con il motorino e andò a sbattere contro una colonna di marmo

Roma, 20enne morì a causa di una buca: in 5 rischiano il processo - foto 1
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Cinque persone rischiano di finire sotto processo con l'accusa di omicidio colposo in relazione alla morte di un giovane di 20 anni che nel 2012, a causa di una buca sulla strada, sbandò con il motorino andando a sbattere contro una colonna di marmo.

Si tratta di alcuni dirigenti del Comune di Roma in carica all'epoca dei fatti e imprenditori, a cui è stato notificato l'atto di chiusura delle indagini.

Nello specifico le persone a rischio processo sono l'allora dirigente dello Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana del Campidoglio, Maurizio Viola, e i dipendenti dello stesso dipartimento: Stefano Serafini e Savino Senisi. Notificata la chiusura delle indagini anche all'allora presidente del Consorzio Stabile Roma Scarl, Giuseppe Mapei, che gestiva la manutenzione del manto stradale, e il direttore tecnico del cantiere, l'ingegner Carlo Giorgi. Quest'ultimo in particolare è accusato di avere assunto "formalmente l'incarico di responsabile della sorveglianza", ma di avere poi delegato la mansione a Pietro Tonanzi (ora deceduto), "soggetto senza requisiti e competenze tecniche che non aveva la qualifica di geometra o ingegnere come richiesto".

L'incidente mortale del 20enne Matteo Giovannetti avvenne nel gennaio di sei anni fa su via Cristoforo Colombo alle tre di notte. Il giovane, mentre si trovava in motorino, all'altezza dello svincolo di via della Magliana, in direzione dell'Eur, perse il controllo del mezzo andando a sbattere con la testa contro il marmo procurandosi ferite mortali.