FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Omicidio Vannini, la Cassazione: "Se fosse stato soccorso in tempo sarebbe vivo"

Per i giudici "la morte del ragazzo fu la conseguenza delle lesioni causate dallo sparo e del mancato soccorso" da parte di Ciontoli

Quarto Grado Files - Marco Vannini
da-video

Se fosse stato soccorso in tempo Marco Vannini sarebbe ancora vivo. Lo afferma la Cassazione nelle motivazioni della sentenza del 7 febbraio in cui ha disposto un nuovo processo d'appello per Antonio Ciontoli (la cui pena è stata ridotta da 14 a 5 anni) e i suoi familiari. Per gli ermellini "la morte del ragazzo fu la conseguenza delle lesioni causate dallo sparo e del mancato soccorso" da parte di Ciontoli che "rimase inerte ostacolando i soccorsi".

Vannini si trovava nell'abitazione della famiglia Ciontoli, a Ladispoli (Roma) la sera del 17 maggio 2015 quando fu colpito dallo sparo della pistola di Antonio Ciontoli, il padre della sua ragazza Marina, e rimase agonizzante per 110 minuti.

 

Intanto si aggrava la posizione dei familiari coimputati di Antonio Ciontoli in vista dell'appello bis. Dovrà essere esaminato anche a loro carico l'elemento del "dolo" per la consapevolezza che ritardando i soccorsi il giovane sarebbe morto: tutti loro sapevano che Vannini era stato colpito da uno sparo, tanto che avevano cercato "il foro d'uscita". Per la Cassazione "non è configurabile il concorso colposo nel delitto doloso, nuovo giudizio sull'elemento soggettivo in capo agli imputati".

 

Omicidio Vannini, la vicenda processuale

 

In primo grado, ricorda la Cassazione nel suo verdetto, Ciontoli fu condannato a 15 anni di reclusione per omicidio perché "nonostante avesse ferito Vannini, ritardò i soccorsi e fornì agli operatori del 118 e al personale paramedico informazioni false e fuorvianti. In questo modo ha cagionato, accettandone il rischio, il decesso, che avvenne alle ore tre del 18 maggio 2015 a causa di anemia acuta meta emorragica".

 

Per concorso colposo nell'omicidio commesso da Ciontoli, in primo grado furono condannati a tre anni di reclusione anche i suoi figli Federico e Martina e sua moglie Maria Pezzillo, per essere stati "spettatori del progressivo peggioramento delle condizioni di salute" di Vannini, "che per il dolore si lamentava ad alta voce". In appello, invece, l'omicidio fu riqualificato come "colposo" e, tra le proteste dei familiari della vittima, per Ciontoli la pena scese a cinque anni. Rimase invece invariata quella per i familiari.

Commenti
Commenta
Disclaimer
Grazie per il tuo commento

Sarà pubblicato al più presto sul nostro sito, dopo essere stato visionato dalla redazione

Grazie per il tuo commento

Il commento verrà postato sulla tua timeline Facebook

Regole per i commenti

I commenti in questa pagina vengono controllati
Ti invitiamo ad utilizzare un linguaggio rispettoso e non offensivo, anche per le critiche più aspre

In particolare, durante l'azione di monitoraggio, ci riserviamo il diritto di rimuovere i commenti che:
- Non siano pertinenti ai temi trattati nel sito web e nel programma TV
- Abbiano contenuti volgari, osceni o violenti
- Siano intimidatori o diffamanti verso persone, altri utenti, istituzioni e religioni
- Più in generale violino i diritti di terzi
- Promuovano attività illegali
- Promuovano prodotti o servizi commerciali