Le comunità più soddisfatte sono quelle filippine e moldave. Meno contenti cinesi e ucraini
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Il 29,1% degli stranieri con più di 15 anni dichiara di aver subito discriminazioni in Italia perché di origini straniere o per le proprie caratteristiche fisiche. E' quanto emerge dai risultati di uno studio sulla soddisfazione, la fiducia e la discriminazione tra i cittadini stranieri, condotto da Istat e Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. I maggiori disagi sono per gli adulti tra i 25 e i 44 anni.
Il quadro sulla percezione dei cittadini in termini di soddisfazione, fiducia e discriminazione arriva da uno studio messo a punto dall'Istat e dal Dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio e relativo agli anni 2011-2012.
Stranieri più soddisfatti degli italiani - La maggioranza dei cittadini stranieri è soddisfatta per la vita nel suo complesso in misura sensibilmente superiore rispetto agli italiani. Il 60,8% indica punteggi elevati di soddisfazione per la vita compresi tra 8 e 10 contro appena il 37,2% degli italiani. Le donne straniere sono più soddisfatte degli uomini: il 63,4% indica punteggi elevati a fronte del 57,9% degli uomini. Tra gli italiani le differenze di genere scompaiono e le quote per entrambi i sessi si attestano intorno al 37%. Tra le nazionalità straniere maggiormente presenti in Italia, i filippini e i moldavi sono i più soddisfatti, mentre dichiarano punteggi inferiori i cinesi, gli ucraini e i marocchini. Il livello di soddisfazione per la vita tende ad aumentare al crescere del titolo di studio.
Clima di generale cautela verso il prossimo - L'Istat rileva la fiducia interpersonale attraverso quesiti già ampiamente utilizzati a livello internazionale. Il primo quesito chiede direttamente se ci si può fidare della maggior parte delle persone oppure se bisogna fare attenzione agli altri. Tanto tra gli stranieri quanto tra gli italiani prevale un clima generale di sfiducia, ma tra gli italiani è più accentuato. Appena il 27,8% degli stranieri e il 21% degli italiani ritiene che gran parte della gente è degna di fiducia.
Discriminazioni sul lavoro - Sono circa 934mila, pari al 29,1% della popolazione straniera di 15 anni e più, i cittadini stranieri residenti che dichiarano di avere subito una discriminazione in Italia, cioè che ritengono di essere stati trattati in maniera meno favorevole di altri per alcune caratteristiche fisiche o mentali, per le origini straniere o altre caratteristiche personali non rilevanti ai fini dell'attività da svolgere o del contesto in cui si sono trovati.
Gli ambiti presi in considerazione sono la scuola, l'università, il lavoro, la ricerca del lavoro o altri contesti di vita come la ricerca di una casa, la fruizione delle prestazioni sanitarie, l'accesso al credito, la stipula di polizze assicurative, la frequentazione di locali, uffici o mezzi di trasporto pubblici, la convivenza con i vicini di casa.
Teenager discriminati negli studi - Durante il loro percorso di studi in Italia, sono circa 112mila i cittadini stranieri di 6 anni e più che dichiarano di essere stati coinvolti in episodi di discriminazione, dovuti alle loro origini straniere. Si tratta del 12,6% degli oltre 891mila cittadini stranieri che, durante la loro permanenza in Italia.
Uno su dieci ha problemi nel cercare casa - Il 10,5% degli stranieri ha subito discriminazioni per la ricerca di una casa. I più esposti sono i marocchini, meno gli albanesi e i cinesi. Tuttavia è minima la quota di stranieri che avvertono un clima di ostilità tale da doversi trasferire altrove (3,7%).