"Mi hanno rincorso in trenta o forse di più e ho provato a scappare e già di spalle mi hanno preso a bastonate, mi hanno dato le prime tre coltellate". E' un passaggio della lettera che Daniele De Santis ha inviato alla Procura di Roma che indaga sui fatti del 3 maggio
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"Voglio dire che è vero. Alla fine i colpi li ho esplosi io, ma senza mirare. Ero pieno di sangue dappertutto. Mi stavano ammazzando, punto e basta". E' quanto ha scritto Daniele De Santis, l'ultrà accusato di aver sparato al tifoso napoletano Ciro Esposito, nella sua lettera inviata alla procura di Roma. "Sono disperato per quello che è successo - continua De Santis nella lettera -. Non volevo uccidere proprio nessuno".
"Mi hanno rincorso in trenta o forse di più e ho provato a scappare e già di spalle mi hanno preso a bastonate, mi hanno dato le prime tre coltellate e poi le bastonate", spiega De Santis. Nella ricostruzione l'ultrà romanista afferma di "aver provato a chiudere il primo cancello (del vialetto per accedere al circolo sportivo dove viveva) ma non ci sono riuscito e mi sono rotto la gamba sotto il cancello", precisando che poi gli aggressori "hanno continuato comunque".
"Mi stanno mettendo contro tutta Napoli" - "Hanno detto che volevo aggredire donne e bambini, mai fatto in vita mia. Mi stanno mettendo contro un'intera città come una guerra", si legge ancora. Gastone afferma poi che "la verità sta uscendo da sola e spero continuerà così. I medici mi hanno detto che rimarrò zoppo ma soprattutto ho paura per me e per i miei familiari. Dicono che le coltellate me le sono fatte tramite i servizi segreti".
Madre Ciro: "De Santis Disperato? Allora ha una coscienza" - "De Santis dice che è disperato per la morte di Ciro? Mi fa piacere, significa che allora ha una coscienza". Lo ha detto Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, commentando la lettera scritta dall'ultrà romanista.