Secondo i giudici l'uomo, pur versando l'assegno di mantenimento, non ha adepiuto ai suoi obblighi di istruzione ed educazione
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Aveva riconosciuto la figlia, dandole il cognome, ma poi, per 40 anni, pur avendo accettato la paternità, era stato un padre "assente", come lui stesso si è definito, dal punto di vista economico e morale. Per questo la Cassazione ha stabilito che l'uomo deve risarcire la figlia con 67mila euro per danni morali e patrimoniali. Il padre si è difeso dicendo che l'educazione della ragazza era compito soltanto della madre.
La Suprema Corte ha sottolineato che l'uomo non è accusato di "avere negato alla figlia il sostegno economico da lei richiesto al fine di proseguire gli studi universitari ma, in linea più generale, di non avere correttamente adempiuto ai propri obblighi di mantenimento, istruzione ed educazione della stessa. Il che ha determinato difficoltà di vario genere nella serenità personale della ragazza e, complessivamente, nello sviluppo della sua personalità, tra le cui ulteriori conseguenze vi è stata anche quella della sua scelta di una anticipata interruzione degli studi".
Secondo i giudici, dal "disagio" morale e materiale vissuto dala figlia, "è derivata una serie di ulteriori conseguenze pregiudizievoli, di carattere patrimoniale e non, tra cui la scelta di interrompere anzitempo gli studi". Cosa che le ha "certamente precluso possibilità di realizzazione professionale, con rilievo anche economico". Il calcolo del risarcimento è stato fatto in via equitativa dagli stessi magistrati, non essendo possibile "dimostrare la sua precisa entità".
Senza successo il padre si e' difeso dicendo che era compito della madre informarlo dei problemi della ragazza, dato che ci viveva insieme. "La responsabilità e gli obblighi derivanti dal rapporto di filiazione (tra cui quello di mantenere, istruire, educare e assistere moralmente i figli) gravano su entrambi i genitori, non certo solo su quello convivente e, tanto meno, addirittura, solo su quello più 'attivamente' presente", hanno replicato gli ermellini.