L'appello dell'imprenditrice: "Non fermate la macchina dei trapianti, ognuno di noi può fare la differenza donando vita soprattutto in questo periodo di emergenza"
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Dal 2017, dopo essersi sottoposta a un trapianto incrociato di rene da un vivente familiare, deve seguire regole igieniche ferree per salvaguardare la sua salute e alcune di quelle norme sono diventate comuni a tutti dopo la pandemia, a cominciare dalle mascherine. Laura Di Raimondo, in occasione della 24esima giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti, celebrata l'11 aprile, lancia il suo messaggio: non fermate la macchina dei trapianti.
"Donate vita" - Laura di Raimondo, manager grintosa e determinata, dice che ciascuno può fare la differenza donando vita, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria, per sostenere donazioni e trapianti, che hanno retto nonostante l'urto terribile del Covid.
"Sì alla cultura del dono" - "Siamo in un Paese che non si è fermato né per quanto riguarda le donazioni, né per gli interventi, anche in pandemia - dice la manager, direttore di Asstel-Assotelecomunicazioni, l'Associazione di categoria che, nel sistema di Confindustria, rappresenta la filiera delle telecomunicazioni -: fare terapie salva-vita, come ad esempio la dialisi, è diventato però in questo periodo ancora più difficile e per questo non dobbiamo far rallentare né fermare il sistema; occorre implementare la cultura del dono e del trapianto in tutto il nostro Paese. Lo dobbiamo fare anche in onore di quello che è stato lo sforzo organizzativo, di medici e infermieri, delle strutture sanitarie per non far bloccare tutto nei tanti centri d'eccellenza in Italia. La donazione è un gesto di grande solidarietà sociale e di civiltà, che fa rinascere non solo una persona ma un'intera famiglia".
Ancora 8.500 persone attendono un trapianto - "E' importantissimo - aggiunge la Di Raimondo - raccontare che sono ancora oltre 8.500 i pazienti in lista di attesa per un trapianto. Sono stata in quelle liste anch'io, so cosa vuol dire l'attesa, e il tempo che acquista un'indeterminatezza assoluta. La donazione non è altro che un gesto d'amore infinito, una scelta naturale da fare con la giusta consapevolezza. Sia da vivente che da non vivente, è un miracolo per tantissime persone. In quella da non vivente la formula è uno a sette o uno a otto, significa restituire una seconda vita e opportunità a un numero infinito di persone".
"La vera vittoria - conclude - è nella battaglia ed è importante restituire sempre il bene che si è ricevuto mettendoci la faccia e spendensoi. E' fondamentale ripartire dagli ostacoli che la vita ci mette davanti e trasformarli in opportunità, trovare un nuovo punto di ripartenza".