In esclusiva a Chi parla della vita dopo il coming out: "Siamo figli di Dio, non pervertiti: dovremmo avere gli stessi diritti di tutti"
Clamorose dichiarazioni di Krysztof Charamsa, ex teologo del Sant'Uffizio che ha sconvolto il Vaticano lo scorso ottobre dichiarandosi gay e innamorato del funzionario governativo catalano Eduard Plans. "Sposarmi e avere dei figli? Come gran parte dei gay innamorati del proprio compagno vorrei, come vorrei sposarmi in chiesa" ha dichiarato l'ex monsignore in un'intervista esclusiva al settimanale Chi in edicola.
"Ci penso e sono contento che in Italia ci sia questa apertura ai diritti delle coppie gay. Ma non credo che basti. Se due creature del Signore - siano etero, gay, lesbiche o trans - si amano davvero, perché il loro amore non dovrebbe essere benedetto? Siamo persone, figli di Dio, non pervertiti: dovremmo avere gli stessi diritti di tutti e accesso agli stessi sacramenti" ha aggiunto Charamsa in Italia per presentare il suo ultimo libro "La prima pietra- Io prete gay".
Durissime le parole rivolte nei confronti della Chiesa: "Ho sempre voluto essere un prete. Profondamente, ma la Chiesa si è dimostrata omofoba. Considera gli omosessuali dei malati, colpevoli della peggiore delle nefandezze".
"Nonostante quello che dice Papa Francesco è ferma a 50 anni fa. Anche i divorziati restano degli emarginati colpevoli: non è cambiato nulla. La Chiesa impone ai gay un percorso di tortura, tra ipocrisie e sensi di colpa: considera le loro "schifose" tendenze non degne di essere chiamate amore" ha aggiunto l'ex sacerdote, ora sospeso a divinis.