Speciale Toti, Liguria: l'inchiesta
LA DECISIONE DEL GIP

Inchiesta Liguria, l'ex a.d. di Iren Paolo Emilio Signorini resta in carcere

Dal 7 maggio l'ex presidente dell'autorità portuale di Genova è in cella con l'accusa di corruzione. Il gip: "Può reiterare e inquinare le prove"

03 Giu 2024 - 18:35
 © Ansa

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Paolo Emilio Signorini, l'ex presidente dell'autorità portuale di Genova ed ex a.d. di Iren, resta in carcere. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni, che ha respinto l'istanza di attenuazione presentata dai legali Enrico e Mario Scopesi. Signorini è in cella per corruzione dal 7 maggio nell'inchiesta sulla Regione Liguria che ha portato agli arresti domiciliari il presidente Giovanni Toti, oltre all'imprenditore Aldo Spinelli. Anche i pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde avevano dato parere negativo all'applicazione della misura.

Le motivazioni del gip

 Le "esigenze cautelari sono immutate", persiste il rischio di "inquinamento probatorio e il pericolo di reiterazione del reato". Sono queste, in sintesi, le motivazioni con cui il giudice ha respinto la richiesta di domiciliari. Il gip ha spiegato che il manager ha ritenuto semplicemente "inopportuni" i suoi rapporti con Aldo Spinelli e ha negato di avere ricevuto dall'amico i soldi (15mila euro) per il matrimonio della figlia, non rendendosi conto "della gravità delle sue condotte". Nel provvedimento il giudice ha anche fatto riferimento al fatto che Signorini non si è dimesso da Iren (anche se è stato sospeso), sottolineando che quando era in carica aveva dato una consulenza all'imprenditore Vianello una consulenza da 200mila euro.

Aveva chiesto di essere sentito dai pm

 Signorini si era avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip e poi aveva chiesto di essere sentito dai pm. Ai pubblici ministeri Luca Monteverde e Federico Manotti aveva detto di avere ricevuto telefonate da Toti per accelerare la pratica del Terminal Rinfuse sostenendo che era però una cosa "normale visto che la pratica era del 2019".

"Il mio operato nell'interesse del porto"

 L'ex presidente aveva "riconosciuto la sostanziale inappropriatezza di una frequentazione di quello che ha sempre ritenuto e che ritiene tutt'ora un amico. Col senno di poi ho capito che non era un comportamento adeguato, ma tutto il mio operato è stato fatto nell'interesse del porto e degli operatori portuali", aveva detto durante l'interrogatorio.

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