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In vacanza con il certificato di malattia: sequestrati 57mila euro a un dipendente del Comune di Parma

In vacanza con il certificato di malattia: sequestrati 57mila euro a un dipendente del Comune di Parma - foto 1
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Si assentava dal lavoro usufruendo di permessi senza mai prestare regolare attività lavorativa: è quanto emerso dalle indagini nei confronti di un dipendente del Comune di Parma.

La Guardia di Finanza ha dato esecuzione al provvedimento di sequestro preventivo, richiesto dal Gip, di 57mila euro nei suoi confronti e di altri tremila euro alla convivente. L'impiegato dal 2009 al 2015 ha compiuto diversi viaggi all'estero, a Sharm El Sheik, anche nei periodi in cui era assente per malattia, presentando poi certificazione medica falsa.

L'indagine, partita dopo la denuncia di un dirigente comunale, ha permesso di riscontrare che il dipendente incriminato, un esecutore amministrativo, si assentava dal lavoro a vario titolo, usufruendo di congedi per malattia dipendente da causa di servizio, infortunio sul lavoro, malattia comune, permessi retribuiti per motivi personali, cure fisiatriche e ferie, senza mai lavorare regolarmente. Dal settembre del 2009 a marzo del 2011, senza considerare i periodi di ferie, l'impiegato comunale si assentava tutte le settimane dal lunedì al giovedì, per malattia, rientrando il venerdì in modo tale da interrompere il computo dei giorni di causa di servizio nel triennio. Dall'aprile del 2011 a ottobre del 2015 invece alternava periodi di assenza a diverso titolo, con sporadiche riprese di servizio. Dal 2015 non è più rientrato a lavoro.

Grazie alla presentazione di falsi certificati medici l'indagato è riuscito a “diluire” nel tempo il periodo dei tre anni di assenza contrattualmente previsti per la causa di servizio, evitando di far maturare il periodo che avrebbe fatto scaturire una decurtazione dello stipendio, ovvero i presupposti per un eventuale licenziamento.

Fino all'ultimo giorno di osservazione, l'uomo ha continuato a presentare certificati di assenza per malattia nonostante la sua reale situazione fisica, documentata dalla Guardia di Finanza con foto e video, gli permettesse di spostarsi quotidianamente in bici, a piedi, in auto e sui mezzi pubblici. Dalle indagini è emerso inoltre che l'indagato sia stato aiutato dalla compagna che in diverse occasioni ha avallato in tutto e per tutto i suoi piani, avvalendosi del suo titolo di psicologa, presentandosi in sedi istituzionali prima come testimone a un infortunio sul lavoro, poi come procuratore nel procedimento disciplinare instaurato a suo carico da parte del Comune di Parma e come sua psicologa personale ad una visita di controllo presso l'Inps.