RELITTO DELLA COSTA CONCORDIA

Giglio, piattaforme subacquee sì o no Petizione dei cittadini: "Rimangano"

Scatta una raccolta di firme tra gli abitanti per mantenere le strutture che sostengono il relitto: "Aiuterebbero a ripopolare quel braccio di mare danneggiato dal naufragio della nave"

15 Lug 2014 - 12:56
 © ansa

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Al Giglio c'è anche chi vuole che le piattaforme subacquee su cui il relitto della Costa Concordia è rimasto appoggiato in tutti questi mesi rimangano lì dove sono state tanto a lungo. Sono alcuni dei cittadini dell'isola, che stanno raccogliendo le firme perché il loro desiderio venga esaudito. E, mentre le operazioni di rigalleggiamento sono in corso, si preparano a presentare al ministero dell'Ambiente la loro proposta.

Il responsabile del dicastero, Gian Luca Galletti, incontrando il Consiglio comunale ha espresso la sua volontà di ripristinare quel braccio di mare esattamente come era prima, senza relitto e senza piattaforme. Ma alcuni abitanti preferirebbero un futuro diverso per la loro isola.

Il testo della petizione è stato preparato dal Comitato Pro piattaforme e ha come oggetto "la salvaguardia dell'ambiente marino zona Gabbianara". I sottoscrittori fanno riferimento alla presentazione del progetto per rimuovere il relitto per la "protezione dell'ambiente", ricordano poi tutte le tappe degli incontri e dei confronti tra amministrazioni locali e nazionali, autorità, Protezione civile, per poi arrivare alle "operazioni di rigalleggiamento" e all' "aspetto della pulizia dei fondali e il ripristino della flora marina nella zona interessata dal Cantiere Concordia con le piattaforme subacquee e gli anchor blocks".

A questo punto, i sottoscrittori fanno presente che "il fondale interessato dai lavori della Concordia è stato danneggiato in piccola parte ma in maniera importante e non riuscirà a riprendersi in tempi brevi. Perforazioni, sedimenti deposti sul fondo e ombre hanno causato la morte di importanti habitat naturali".

Ecco dunque la proposta: alcune strutture che sono state sistemate sui fondali "vanno rimosse perché nocive come i sacchi di cemento, i detriti fuoriusciti dal relitto e abbandonati durante le lavorazioni mentre altre come le piattaforme metalliche e gli anchor blocks potrebbero essere lasciati in quanto sarebbero rapidamente colonizzati da organismi marini per diventare un'alternativa di sviluppo biologico ai fondali danneggiati".

Si sottolinea poi che "in molte parti del mondo si interviene con programmi di costruzione di artificial reef proprio per consentire una ricostituzione rapida di fondali danneggiati. Piattaforme per l'estrazione di petrolio o navi in disuso sono spesso abbandonate sui fondali per creare queste zone di ripopolamento che hanno una finalità biologica, di sviluppo della pesca e ricreative con sviluppo di attività subacquee".

Insomma, rimuovere quelle piattaforme rischierebbe solo di danneggiare i fondali marini e, visto che "allo stato dell'arte non ci risulta sia stato adottato alcun provvedimento ufficiale", il suggerimento è di mantenerle proprio "per creare zone di ripopolamento che abbiano una finalità biologica, favoriscano un ulteriore sviluppo della pesca e delle attività subacquee. Gli eventuali proventi derivanti dall'utilizzo del sito saranno impiegati dall'amministrazione comunale per la realizzazione di opere pubbliche e di salvaguardia ambientale".

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