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Fine vita, Speranza: serve una legge ma Mario non può pagare, spetta al governo

Il ministro della Salute: "Compito dell'eseutivo è garantire l'attuazione della sentenza della Corte Costituzionale del 2019". L'Associazione Luca Coscioni: "Ma Mario ha già pagato, servono precise direttive per il futuro"

"Una volta che la procedura di verifica del rigoroso rispetto delle condizioni individuate dalla Consulta sia stata completata, le strutture del servizio sanitario nazionale non possono assumere atteggiamenti ostruzionistici, né è ipotizzabile che i costi siano a carico del paziente". Lo assicura il ministro della Salute Roberto Speranza con un intervento su La Stampa in riferimento al caso di "Mario", il marchigiano che chiede il suicidio medicalmente assistito ma si deve pagare il farmaco.

Qualche ora dopo, però, l'Associazione Luca Coscioni precisa: "Pur rinnovando la gratitudine per l'interessamento diretto da parte del ministro Speranza, non possiamo non notare che il ministro sembra confondere il futuro con il passato. 'Mario' ha infatti già dovuto sborsare i 5.000 euro, coperti dalla raccolta fondi pubblica lanciata dall'Associazione".

 

Speranza poi aggiunge: "La legge non è piu' rinviabile"In Parlamento la legge sul fine vita è bloccata in Senato, il ministro Roberto Speranza non intende scavalcare nessun passaggio ma nemmeno ignorare la sentenza della Corte Costituzionale che ha riconosciuto la non punibilità di chi aiuta un malato in condizioni irreversibili a morire.

 

"Nelle more della non più rinviabile approvazione della legge - spiega - compito del governo è tuttavia garantire - d'intesa con le Regioni - l'attuazione della sentenza della Corte Costituzionale del 2019 sul suicidio medicalmente assistito". 

 

Il che, tradotto, significa che il governo proverà a fare la sua parte: "Non è ipotizzabile che i costi (5mila euro solo per il macchinario che deve iniettare il farmaco, ndr) siano a carico del paziente che si rivolge, come previsto dalla sentenza della Corte costituzionale, a strutture pubbliche. Anche su questo aspetto - rassicura Speranza - il governo non farà mancare, laddove sia necessario, un tempestivo chiarimento e intervento". Ma, come detto, i soldi sono già stati pagati: "Non si tratta dunque di ipotizzare un 'intervento' del Governo 'laddove ve ne sia
bisogno' - scrive in una nota l'Associazione Luca Coscioni - Si tratta semmai di attuare un risarcimento e di emanare precise direttive affinché un episodio del genere non si riproduca".

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