Il bambino è figlio di una donna inglese e una italiana. La vicenda va avanti dal 2017
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Il ministero dell’Interno ha impugnato in appello il decreto con cui il Tribunale di Bari aveva respinto nel maggio scorso la prima opposizione del Viminale contro la trascrizione dell’atto di nascita di un bambino di due donne, una italiana e una inglese, fatta dal Comune di Bari nel 2017. Secondo il dicastero guidato negli ultimi quattordici mesi da Matteo Salvini "l'assenza di un legame genetico tra il minore e il genitore munito di cittadinanza italiana impedisce il riconoscimento del rapporto di genitorialità".
"La trascrizione dell’atto di nascita di un minore che non ha legami di sangue con un italiano è contraria ai principi primari costituzionalmente garantiti quali sono quelli relativi al diritto alla cittadinanza italiana". Questa è la motivazione con cui il Viminale ha impugnato il decreto del Tribunale di Bari, secondo cui invece il ministero dell’Interno non sarebbe legittimato ad opporsi alla trascrizione dell’atto di nascita. Il dicastero si ritiene invece giustificato ad agire in quanto "titolare della competenza in materia di tenuta dei registri dello Stato Civile". "La situazione è quella di un bambino nato all'estero da una cittadina di nazionalità britannica, al quale è stato attribuito lo status di figlio di una cittadina italiana, con la prima unita civilmente, ma con la quale il bambino non ha alcun rapporto biologico", si legge nella nota di ricorso del Viminale. "Consentendo tale trascrizione si finisce per attribuire al minore la cittadinanza italiana propria della madre intenzionale, pur non risultando esistere con quest'ultima alcun legame biologico e genetico". Il procedimento di secondo grado tra le due parti è fissato per il prossimo 12 novembre davanti alla Prima sezione Civile della Corte di Appello di Bari.
La vicenda La vicenda comincia nell'agosto 2017. Il bambino, figlio biologico di una donna inglese, viene registrato alla nascita nel Regno Unito, come figlio della coppia omosessuale. Quando la famiglia si trasferisce a Bari, giunge al Comune, tramite Ambasciata, la richiesta di trascrizione dell'atto per ottenere la cittadinanza italiana. Il Comune chiede un parere al ministero dell'Interno che inizialmente non risponde. Avendo un termine entro il quale accettare o respingere la richiesta, il Comune decide di registrare l'atto di nascita ritenendo prevalente l'interesse del minore. Solo dopo la registrazione arriva la risposta del Viminale, che ritiene l'atto non trascrivibile e presenta ricorso. Il Tribunale di Bari lo respinge in quanto ritiene che il dicastero non sia legittimato ad agire.