L'uomo, al momento irreperibile, non si è presentato al lavoro
© Carabinieri
Una donna di 50 anni di origini macedoni, Sadjide Muslija, è stata trovata morta nella sua abitazione di Pianello Vallesina, una frazione di Monte Roberto, in provincia di Ancona. Secondo le prime informazioni, la vittima sarebbe stata picchiata a morte dal marito, anch'egli macedone. L'uomo non si è presentato al lavoro e risulta irreperibile. La coppia, che in passato aveva vissuto un periodo di separazione, aveva da poco ripreso la convivenza. Sul caso indagano i carabinieri. La donna, che lavorava come operaia in una ditta di imballaggi nella zona, è stata rinvenuta senza vita dai carabinieri che erano stati allertati dal datore di lavoro della vittima che non si era presentata al lavoro stamattina.
Il marito potrebbe essere scappato a bordo di un'auto, una Smart, ed è tuttora ricercato dai carabinieri che indagano sul femminicidio: anche il datore di lavoro del 50enne si era preoccupato, non vedendolo arrivare, ed era andato a casa del dipendente dove ha trovato i carabinieri già presenti.
Il marito della 49enne uccisa in casa a Pianello Vallesina di Monte Roberto, in provincia di Ancona, Nazif Muslija, doveva frequentare un percorso per uomini maltrattanti, della durata di un anno: il suo patteggiamento ad un anno e dieci mesi di reclusione, per le aggressioni e i maltrattamenti alla moglie, era stato condizionato a quel tipo di percorso. Lo riferisce Antonio Gagliardi, legale del 50enne che ora è sospettato del femminicidio, irreperibile e ricercato. "Non c'era posto nell'associazione indicata al percorso, l'associazione Polo9 - spiega all'ANSA l'avvocato Gagliardi, che lo ha assistito per il patteggiamento - nell'attesa che si liberasse un posto si era però rivolto ad uno psicologo, per iniziare un percorso con lui. Ci è andato due-tre volte. Lunedì è stato all'ufficio Uepe (ufficio di esecuzione penale esterna) a parlare con le assistenti sociali e il percorso stabilito dal tribunale lo avrebbe iniziato nella prossima primavera". Muslija lo avrebbe iniziato ad aprile-maggio, a più di un anno di distanza dagli ultimi fatti. Il legale si era rivolto agli uffici sollecitando con mail perché non doveva trascorrere troppo tempo altrimenti il percorso perdeva di efficacia. Nel patteggiamento formalizzato nel luglio scorso (la Procura aveva chiesto il giudizio immediato) gli era stato contestato anche un episodio avvenuto a gennaio scorso, di lesioni aggravate relative alla rottura di un dito alla moglie. Nazif Muslija, dopo un litigio con la moglie, avvenuto il 6 gennaio scorso, le aveva sfondato il parabrezza dell'auto con un'ascia. Mentre lei tentava di fermarlo, l'aveva ferita con una prognosi di 30 giorni. La coppia ha un figlio di 27 anni che vive in Svizzera. E' stato l'avvocato del padre ad avvisarlo. "Me lo aspettavo", avrebbe detto.