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Divorzio Berlusconi-Lario, pg della Cassazione: no al maxiassegno

I due milioni di euro al mese versati dallʼex presindente del Consiglio durante la separazione, secondo il sostituto procuratore, sono eccessivi, "anche se la cifra fu ridotta"

La Procura della Cassazione ha spezzato una lancia a favore del ricorso di Silvio Berlusconi contro l'assegno stratosferico da due milioni di euro al mese che ha dovuto versare durante la fase di separazione alla ex moglie Veronica Lario per decisione della corte di appello di Milano che, nel 2014, ha ridotto di un milione l'importo stabilito nel 2013 dal Tribunale di Monza.

Ad avviso del sostituto procuratore Francesca Cerioni, la cifra anche se è stata ridotta  è sempre eccessiva; è così da accogliere il reclamo della difesa di Berlusconi affinché la corte di appello riveda la sua decisione.

A quanto si è appreso, il procuratore generale ha condiviso la tesi sulla necessità di porre una "soglia" massima agli assegni di mantenimento, non solo a quelli dei "paperoni" ma anche in tutti i casi in cui la "rendita" finisce per produrre ricchezza o consentire grandi investimenti.

Il Pg ha invece respinto la richiesta di inviare alla Consulta le norme attuali che non prevedono la fissazione di limiti per gli assegni alle ex. La decisione della Cassazione si conoscerà tra circa un mese.