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Covid, Iss: migliora la situazione in Italia, ma Rt sopra 1 ancora in 12 Regioni | Calano i casi in Europa 

Mentre lʼindice di trasmissibilità nel Vecchio Continente sembra far ben sperare, in Asia si teme lʼarrivo di una terza ondata

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Getty

Il calo di nuovo casi di coronavirus e l'indice di trasmissibilità Rt a 1,08 mostrano un miglioramento della situazione epidemiologica in Italia. Tuttavia sono ancora 12 le Regioni con Rt sopra a 1, con in testa Lombardia e Toscana (1,24). Buone notizie sul fronte europeo: la crescita esponenziale della curva dei contagi è stata infatti interrotta in molti Paesi. Timore in Asia per una possibile terza ondata.

Oltre a Toscana e Lombardia a 1,24, le altre Regioni con Rt superiore a 1 sono il Veneto con 1,23, la Basilicata con 1,22, il FVG con 1,17, il Molise con 1,12, l'Abruzzo e l'Emilia Romagna con 1,11, la Puglia con 1,06, la Sicilia 1,05, la Provincia Autonoma di Bolzano con 1,03, e la Valle dAosta con 1,01. Le Regioni con indice di trasmissibilità più basso sono invece Sardegna e Liguria, rispettivamente a 0,72 e 0,77.

 

Iss: "Dati incoraggianti, ma prematuro un allentamento delle misure"Con la diminuzione dei nuovi contagi registrata in questi giorni, l'indice Rt complessivamente in Italia scende a 1,08, un dato che mostra i primi iniziali segnali di miglioramento della situazione epidemiologica.  La velocità di trasmissione dell'epidemia in Italia, si spiega infatti nel Rapporto settimanale dell'Istituto superiore di Sanità e ministero della Salute, sta rallentando ed ha raggiunto livelli di Rt prossimi a 1 in molte Regioni/PA. Inoltre, per la prima volta da molte settimane, l'incidenza calcolata negli ultimi 14 giorni è diminuita a livello nazionale: è pari a 706,27 casi per 100.000 abitanti nel periodo 9/11-22/11 contro 732,6 per 100.000 abitanti nel periodo 2/11-15/11, anche se in diverse Regioni si continua a segnalare un'incidenza in aumento.

 

Tuttavia l'incidenza dei nuovi casi, pur in calo - spiega l'Istituto superiore di Sanità - resta ancora troppo alta, così come il carico sugli ospedali, ed è "prematuro" pensare ad un allentamento delle misure. La situazione nel Paese viene infatti ancora considerata grave con 10 Regioni ritenute a rischio alto di un'epidemia non controllata.

 

Calano i casi in Europa Buone notizie arrivano anche dal resto dell'Europa. La Gran Bretagna  registra infatti un livello medio dell'indice di contagio fra 0,9 e 1 (contro 1-1,1 delle ultime settimane): un segnale confortante trainato dal lockdown bis imposto dal governo Tory in tutta l'Inghilterra a partire dal 4 novembre e fino al 2 dicembre prossimo. E il lockdown si conferma la via maestra anche per l'Irlanda del Nord, dove è ripartito per due settimane dopo il fallimento di un approccio più soft. In Irlanda, uno dei Paesi Ue a reimporre per primi misure restrittive stringenti sei settimane fa, dalla prossima settimana riapriranno ristoranti, negozi e palestre.

 

La crescita esponenziale della curva è stata quindi interrotta in molti Paesi Ue ma, come ha ricordato giovedì la cancelliera tedesca Angel Merkel dopo la proroga al 20 dicembre del semi-lockdown, resta ancora a un livello eccessivo, anche alla luce del fatto che in Germania le infezioni hanno superato il milione da inizio pandemia.

 

L'Asia teme una terza ondata Cresce invece l'allarme in Asia. In Giappone Tokyo ha toccato il record di contagi, a quota 570 su base giornaliera e gli esperti parlano già di terza ondata. Potrebbe essere imminente l'annuncio dello stato di emergenza da parte dell'esecutivo, come già giovedì aveva lasciato intendere il ministro per l'Emergenza sanitaria Yasutoshi Nishimura. Record di casi anche in Indonesia con 5.829 nuovi malati e 169 morti.

 

Allerta anche in Corea del Sud dove si stanno registrando i livelli più alti da oltre otto mesi, alimentando i timori sulla terza ondata. 

 

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