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Covid, ecco perché risalgono i contagi | Via libera alle visite ai parenti in ospedale: è la prima volta dopo due anni di pandemia

Il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta: "Attenzione a non abbassare la guardia". L'immunologo Abrignani, membro del Cts: "Pochi bambini vaccinati, così la curva risale"

Fondazione Gimbe: "Risale la curva dei casi (+1,5% in 7 giorni), ma continua il calo dei ricoveri"

Nelle ultime due settimane l'incidenza dei contagi di Covid in circa la metà delle province italiane è in fase di stallo o di crescita.

La risalita dei casi è dovuta principalmente a quattro fattori: il "rilassamento" della popolazione, la diffusione della variante "sorella" di Omicron detta BA.2, la persistenza di basse temperature che costringono a stare al chiuso, il calo "fisiologico" della protezione vaccinale contro l'infezione. A sottolinearlo è il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta. Dal 10 marzo, per la prima volta dopo due anni di pandemia, si può tornare a far visita ai parenti ricoverati in ospedale.

 

 

Attenzione a non "abbassare la guardia", ammonisce Cartabellotta. "Sarebbe "la strategia migliore per farsi trovare impreparati dal virus e spianargli la strada".

 

Covid, due anni fa a Codogno la prima "zona rossa"

 

Visite in ospedale - Per vedere i propri cari in ospedale serviranno la mascherina Ffp2, il Green Pass rafforzato oppure, se si è guariti da meno di sei mesi, un tampone con esito negativo eseguito nelle 48 ore precedenti l'accesso. È quanto prevede l'articolo 7 del decreto-legge 24 dicembre 2021, convertito il 18 febbraio 2022. Ai direttori sanitari "è data facoltà di adottare misure precauzionali più restrittive in relazione allo specifico contesto epidemiologico, garantendo un accesso minimo giornaliero non inferiore a quarantacinque minuti".

 

 

Abrignani: "Pochi bambini vaccinati, così la curva risale" - Risale la curva dei contagi del coronavirus, "ma non c'è motivo di allarmarsi anzitempo", afferma invece l'immunologo Sergio Abrignani in un'intervista al Corriere della Sera. Il componente del Comitato tecnico-scientifico, appena riconfermato nel Consiglio superiore di Sanità, sottolinea come il rialzo sia "l'effetto di una serie di fattori e non è scontato che debba perdurare. Potrebbe trattarsi di una sorta di gobba temporanea che non pregiudica la discesa della curva". La tesi del legame con l'abbassamento delle temperature "non mi convince", precisa però Abrignani. "Sono più propenso a individuare la causa nella bassa percentuale di vaccinati tra i bambini di 5-11 anni (il 32,48% con due dosi, il 37,26 con almeno una, ndr). È probabile che possano costituire un serbatoio per il virus che così continua a circolare e a seminare casi. Incide senza dubbio anche una componente psicologica".

 

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