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Cospito continua lo sciopero della fame, Nordio: "Massima attenzione sulle sue condizioni"

Il ministro della Giustizia accende i riflettori sul digiuno dell'anarchico sottoposto al regime speciale 41 bis

Cospito continua lo sciopero della fame, Nordio: "Massima attenzione sulle sue condizioni" - foto 1
Ansa

Sulla vicenda di Alfredo Cospito è intervenuto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, secondo il quale bisogna seguire "con la massima attenzione" la situazione.

L'uomo è detenuto al regime speciale 41 bis presso il carcere di Sassari e sta proseguendo a oltranza lo sciopero della fame. Le sue condizioni sono "monitorate", sottolinea il ministero, e al momento "non è arrivata alcuna richiesta di revoca del regime speciale 41bis né da parte del detenuto, né da parte dell'autorità giudiziaria". A fronte dell'aggravamento delle condizioni di salute, però, "può essere disposta una sospensione della pena o richiesta al ministro una revoca del regime speciale".

 

L'anarchico abruzzese si trova in carcere in regime 41bis e in sciopero della fame da 86 giorni. Intanto, mentre a Sassari arrivava il Garante nazionale delle persone private della libertà, Mauro Palma, per incontrare in carcere Cospito, a Firenze due manifestanti hanno raggiunto il tetto sopra il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio per esporre uno striscione con su scritto "il 41 bis uccide Stato assassino". I due hanno dichiarato che non se ne andranno "finché le nostre richieste non raggiungeranno Roma e chi ne compete. Vogliamo Alfredo vivo". Sono poi scesi intorno alle 22.

 

Torino, bombe carta al corteo degli anarchici

Bombe carta e disordini a Torino per il corteo degli anarchici, che hanno voluto manifestare la loro solidarietà ad Alfredo Cospito, sotto processo per l'attentato alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano, nel Cuneese, del 2005.

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Cospito monitorato ogni giorno

 Nordio ha spiegato che Cospito tutti i giorni è sottoposto a un controllo medico e che "il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria garantisce ogni eventuale assistenza sanitaria". Cospito, come ha spiegato il Garante dopo la visita in carcere, è pronto ad andare avanti "fino alle estreme conseguenze". Dal punto di vista strettamente sanitario, "ho trovato le sue condizioni rassicuranti", ha detto Mauro Palma. "Al momento è monitorato dall'assistenza sanitaria, ma questa situazione deve fare un passo avanti. Cospito deve capire che questa battaglia deve portarla avanti con altri mezzi, soprattutto con metodi che non siano dannosi per la sua salute".

 

 

Proteste e manifestazioni per Cospito

 Su altri particolari che riguardano la vicenda, il Garante ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Non si sa se l'anarchico sia a conoscenza delle molteplici manifestazioni che si ripetono in tutta Italia in suo sostegno e contro il 41bis. Se sappia dell'appello in suo favore firmato nei giorni scorsi da 38 fra intellettuali e giuristi tra cui Don Ciotti, Massimo Cacciari e Moni Ovadia. O se sia al corrente del proiettile recapitato per posta un paio di settimane fa al procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo. Procuratore che, con il pm Paolo Scafi, sostiene l'accusa nel processo contro Cospito, accusato per i due ordigni ritrovati nel 2006 davanti all'ex caserma allievi carabinieri di Fossano. Bombe che per potenzialità avrebbero potuto causare una strage.

 

 

La vicenda giudiziaria

 Per quei fatti Cospito è stato condannato a 20 anni, ma dopo un passaggio in Cassazione il procedimento è tornato alla Corte d'appello di Torino, con l'ipotesi di reato riconfigurata in strage ai danni dello Stato, e la richiesta di condanna all'ergastolo con 12 mesi di isolamento diurno. Contro l'applicazione del regime del "carcere duro", che per la prima volta viene applicato nei confronti di un anarchico, la difesa di Cospito ha fatto ricorso in Cassazione e dovrà essere fissata la data dell'udienza, ma serve tempo. Da Magistratura Indipendente intanto è arrivata la condanna all'atto intimidatorio contro Saluzzo: "Auspichiamo con forza che si giunga a un rapido accertamento delle responsabilità di quanto è accaduto, che è contro le regole del vivere civile, prima ancora che quelle dello Stato di diritto, e chiediamo che vengano adottate tutte le iniziative necessarie per garantire l'incolumità del collega".

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