Corruzione, arrestato l'ex direttore dell'Agenzia delle entrate di Como
Con lui in carcere anche un altro funzionario e due commercialisti. Ai domiciliari uno dei titolari di una tintoria della città
Corruzione e rivelazione di segreti di ufficio.
Per questi reati la guardia di finanza di Como ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale nei confronti dell'ex direttore provinciale della Agenzia delle Entrate di Como (attualmente direttore di quella di Varese) e di un funzionario della stessa Agenzia già in servizio a Como e ora capo area dell'ufficio legale dell'Agenzia a Pavia.
Ai domiciliari è finito poi il titolare del 33,33% del capitale sociale di Tintoria Butti srl, mentre in carcere quali mediatori della corruzione ci sono i due titolari (padre e figlio) dello studio commercialista Pennestrì di Como.
Secondo quanto reso noto dal procuratore della Repubblica Nicola Piacente, al titolare del 33,33% di Tintoria Butti sarebbero riconducibili reati di corruzione. In particolare, tramite i commercialisti avrebbe promesso e in parte corrisposto una cifra non inferiore ai 2mila euro al capo team dell'ufficio legale affinché accogliesse un ricorso presentato in un'udienza del 20 marzo davanti alla Commissione tributaria di Como. Prima di essere trasferito a Varese, il direttore dell'Agenzia di Como si era impegnato a favorire la chiusura dell'accertamento attraverso una transazione di 25mila euro. Il suo successore non aveva però accettato la transazione, nonostante le insistenze del capo team dell'ufficio legale.
Informazioni in anticipo sui contribuenti da verificare - In altre occasioni, i commercialisti avevano già promesso, e in parte corrisposto, somme di denaro non ancora quantificate all'ex direttore e al capo team dell'ufficio legale per conoscere, grazie all'ex direttore, i soggetti (persone fisiche e giuridiche) inseriti nelle liste (da ritenersi riservate e non ostensibili a terzi) dei contribuenti da verificare da parte dell'Agenzia delle entrate di Como nel 2019. I due pubblici ufficiali si sarebbero anche impegnati per far ottenere indebite riduzioni del debito erariale dovuto a titolo di imposte, sanzioni e interessi dai contribuenti da varie aziende e studi professionali.
Infine, l'ex direttore dell'Agenzia di Como è accusato, in concorso con i commercialisti, di avere indebitamente fornito gli elenchi completi dei nominativi delle società sottoposte ad accertamento dell'Agenzia nel 2019. I due professionisti utilizzavano le informazioni comunicando a un imprenditore l'imminente avvio di una verifica fiscale.
L'indagine è scaturita dalle segnalazioni di due funzionari dell'Agenzia. E' emerso anche che i due commercialisti indagati proponevano ai loro clienti operazioni fraudolente per abbattere l'imponibile: tra quelle indicate, anche la registrazione di fatture per operazioni inesistenti emesse per contratti di sponsorizzazione.