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Coronavirus, continua il calo dei contagi, record di guariti | Ancora 534 morti, preoccupano Piemonte e Milano

I guariti sono stati ben 2.723 in più rispetto a lunedì mentre 722 pazienti sono stati dimessi dagli ospedali. Ma in vista di un allentamento del lockdown alcuni numeri danno ancora da pensare


cisliano test sierologici coronavirus

Continua il trend positivo nell'evoluzione dell'emergenza sanitaria per il coronavirus. I dati di martedì dicono che non ci sono stati mai così tanti dimessi e guariti, un calo netto dei malati, otto Regioni, tra cui la Lombardia, più le province autonome di Trento e Bolzano, che registrano una diminuzione degli "attualmente positivi". Resta però alto il numero dei morti (ancora 534) e preoccupano alcune situazioni, come quella del Piemonte, con 606 nuovi contagiati.

Il bollettino quotidiano della Protezione civile dice che anche la soglia dei 50mila guariti è stata superata: su quasi 184mila contagiati totali sono 51.600, ben 2.723 in più rispetto a lunedì. Un incremento che non si era mai registrato dall'inizio dell'emergenza, così come mai dal 20 febbraio a oggi c'erano stati così tanti pazienti dimessi dagli ospedali: 722 in 24 ore. Non solo: gli attualmente positivi, vale a dire il totale delle persone ricoverate e in isolamento domiciliare, sono 107.709 e cioè 528 in meno rispetto a lunedì, quando c'è stato il primo calo simbolico di 20 pazienti.

 

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Positivo anche il dato che riguarda le terapie intensive: 102 ricoverati in meno, per un totale di 2.471. Un dato ormai in discesa da almeno due settimane che ha consentito di alleggerire di molto la pressione sulle strutture ospedaliere - per la prima volta cominciano a circolare immagini dei letti vuoti - e che è stato sottolineato anche dal Commissario per l'emergenza Domenico Arcuri: ci sono ora più ventilatori polmonari - 2.659 - che pazienti in rianimazione.

 

Dati positivi che fanno ben sperare ma che indicano come non sia pensabile la fine del lockdown senza predisporre altre misure di contenimento, indicare regole precise per ogni attività lavorativa, riorganizzare trasporti e spazi pubblici. Due gli indicatori da tenere in considerazione. Il primo è il numero delle vittime: nelle ultime 24 ore se ne contano altre 534, ottanta in più rispetto a lunedì, 203 delle quali - dunque quasi la metà - ancora una volta in Lombardia. Il secondo indicatore riguarda proprio la Regione più martoriata dalla pandemia, che a oggi ha la metà degli oltre 24mila morti e più di un terzo dei contagiati totali. Perché a fronte di un calo in tutta la Lombardia sia delle terapie intensive (-50) sia dei malati ricoverati negli altri reparti (-333), a Milano e provincia il virus non molla. Nell'hinterland i contagi totali sono 16.520 con un aumento di 408 nelle ultime 24 ore; e in città sono 6.955: in questo caso l'aumento è di 246.

 

 

A preoccupare sempre di più è il Piemonte, che ha fatto registrare ben 254 nuovi positivi rispetto a ieri e, dopo aver superato anche l'Emilia Romagna, è ormai la seconda regione per numero complessivo di malati (14.811, in Emilia Romagna sono 13.244). Lo ha detto chiaramente Arcuri. "Non bisogna prendere alcuna decisione frettolosa, non dobbiamo abbandonare ne' la cautela né la prudenza". Il commissario ricorda le 'tre frecce nell'arco': test sierologici, covid hospital e soprattutto la App per il contact tracing. "L'alternativa alla mappatura tempestiva dei contatti è semplice - ha detto Arcuri - le misure di contenimento non possono essere alleggerite e noi dovremmo continuare a sopportare i sacrifici di queste settimane, privandoci di quote importanti della nostra libertà".

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