Gli imprenditori rivali minacciati dalla camorra per farsi da parte. Due arresti
© ansa
Un'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha scoperto che il clan camorristico D'Alessandro di Castellammare di Stabia avrebbe controllato il servizio ambulanze del 118 attraverso una società di facciata. Il gruppo criminale, secondo gli investigatori, imponeva la propria presenza con minacce agli imprenditori rivali e arrivava perfino a trasferire pazienti deceduti facendoli risultare vivi per aggirare le regole comunali. Due persone sono state arrestate, mentre la società è stata sequestrata.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il clan D'Alessandro gestiva, di fatto in regime di monopolio, il servizio di trasporto sanitario d'emergenza nel territorio di Castellammare di Stabia. La società riconducibile al gruppo criminale si sarebbe aggiudicata le gare per il 118 e per il trasporto dei malati all'ospedale San Leonardo grazie a un sistema di intimidazioni e pressioni sugli imprenditori rivali, scoraggiati dal partecipare alle procedure di assegnazione.
Le indagini dei carabinieri di Torre Annunziata, coordinate dalla Dda di Napoli, hanno evidenziato una serie di episodi in cui soggetti ritenuti vicini al clan avrebbero esercitato minacce e ritorsioni nei confronti di operatori economici concorrenti, con l'obiettivo di escluderli dal mercato. Il gruppo, riferiscono le autorità, puntava a consolidare un controllo totale sul settore, trasformando un servizio pubblico essenziale in una fonte stabile di guadagno illecito.
A conclusione delle indagini, il giudice per le indagini preliminari ha disposto due misure cautelari e il sequestro preventivo della società di ambulanze ritenuta il principale strumento di copertura dell'attività illecita. Gli arrestati sono un presunto affiliato al clan D'Alessandro e un imprenditore considerato prestanome del gruppo. Entrambi sono accusati, a vario titolo, di trasferimento fraudolento di valori, illecita concorrenza e tentata estorsione aggravati dal metodo mafioso.
Un aspetto particolarmente grave dell'inchiesta riguarda la gestione dei pazienti deceduti. Secondo gli accertamenti, almeno tre episodi avvenuti tra aprile e luglio 2021 mostrano come le ambulanze della società sequestrata abbiano trasferito a casa persone già morte, facendole risultare ancora vive nei documenti di uscita dall'ospedale. In questo modo, il clan avrebbe aggirato la normativa che riserva il prelievo delle salme alle ditte autorizzate dai Comuni. Gli inquirenti ritengono che i casi accertati siano solo una parte del fenomeno.
L'operazione rappresenta l'esito di un'attività investigativa complessa, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e condotta dai carabinieri del Reparto territoriale di Torre Annunziata. Gli investigatori hanno ricostruito i rapporti economici e societari che legavano la società di ambulanze al clan D'Alessandro, già noto per il controllo di diverse attività economiche nel territorio stabiese. Le indagini proseguono per accertare eventuali ulteriori responsabilità e ramificazioni del sistema.