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Cinese arrestato in Italia su richiesta Usa per spionaggio su "vaccini anti-Covid e politiche governative"

L'uomo, di 33 anni, è stato bloccato il 3 luglio all'aeroporto di Malpensa, dove era appena arrivato

07 Lug 2025 - 13:29
 © Ansa

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Un 33enne cinese è stato arrestato il 3 luglio all'aeroporto di Malpensa, dove era appena arrivato, in esecuzione di un mandato Usa. L'uomo è coinvolto in un'inchiesta dell'Fbi perché accusato di far parte di un team di hacker che avrebbe effettuato operazioni di spionaggio, in particolare nel 2020 su vaccini anti-Covid in produzione all'Università del Texas. Per il cinese è fissata per martedì l'udienza sulla richiesta estradizione degli Usa. Secondo la sua famiglia, il 33enne è un semplice tecnico di un'azienda informatica.

Incastrato da un account di posta elettronica

 Uno dei punti dell'indagine che ha portato all'arresto del cinese Zewei Xu riguarda un account di posta elettronica che, secondo gli investigatori dell'Fbi, apparterrebbe al 33enne e nel quale sarebbero state trovate, come si legge negli atti, "comunicazioni tra Xu e i suoi complici riguardo a intrusioni informatiche e a come prendere di mira", mediante hackeraggi, "vittime e informazioni ben identificate". Nell'account sarebbero state trovate "immagini condivise da Xu" e dai presunti complici che riguardano "vittime" dei presunti spionaggi. Per queste accuse di hackeraggio e spionaggio, come si legge, il 33enne, tra l'altro, sarebbe già stato "rinviato a giudizio" dalle autorità Usa. Nell'account riferibile a Xu sarebbe stata trovata, ad esempio, "una lista di account che appartenevano a impiegati dell'Università di ricerca texana". 

Gli Usa: "Spiava politiche governative"

 Il 33enne cinese è accusato, oltre che di aver spiato con un team di hacker connazionali "università, immunologi e virologi" negli Stati Uniti dallo scoppio della pandemia Covid, anche di aver fatto parte di "una campagna di intrusione informatica su larga scala orchestrata" dal governo cinese, che ha "preso di mira migliaia di computer in tutto il mondo", nota come "Hafnium", per aver informazioni su "varie politiche del governo statunitense".

Residente a Shanghai, tecnico di un'azienda informatica

 Come riferito dalla moglie, Xu Zewei, residente a Shanghai, è un tecnico di un'azienda informatica ed era arrivato in Italia per un periodo di vacanze. Il 4 luglio, la giudice Veronica Tallarida della quinta penale d'appello di Milano ha convalidato l'arresto e ha emesso la custodia cautelare in carcere (ora è detenuto a Busto Arsizio, provincia di Varese), dopo che il provvedimento degli Usa era stato eseguito il giorno prima, verso le 11, dalla polizia a Malpensa.

La moglie: "Nessun reato, non estradatelo"

 "Sia io che mio marito non siamo d'accordo con l'estradizione negli Stati Uniti (...) anche l'aver ottenuto il visto di ingresso in Italia dovrebbe essere una conferma che noi non abbiamo fatto reati, quindi non riesco a capire il motivo dell'arresto di mio marito", ha messo a verbale, sentita dalla polizia postale e poco dopo l'arresto del marito il 3 luglio, la moglie di Zewei Xu. "Mio marito - ha chiarito la donna - lavora come IT manager presso la Shanghai Gta Semi Conductor Ltd (...) sviluppa sistemi IT e infrastrutture di rete".

Accusati anche altre suoi connazionali

 In un documento del ministero dell'Interno italiano, agli atti del procedimento sulla richiesta di estradizione degli Usa, si riporta una "breve esposizione dei fatti fornita dall'Ufficio diplomatico americano a Roma" sull'inchiesta statunitense, basata su "mandati di perquisizione e altre tecniche investigative". Viene riportato che, per le accuse, il 33enne cinese, assieme ad altri connazionali, alcuni ancora da identificare mentre altri "noti", avrebbe portato avanti attività di "hacking" per carpire informazioni su "computer" negli Usa "e altrove". Azioni che Xu Zewei e gli altri avrebbero messo in atto "su ordini di autorità appartenenti al ministero della Sicurezza" della Repubblica popolare cinese.

Vaccini, terapie e test per il Covid

 Nei "primi mesi" del 2020, lui e gli altri avrebbero "preso di mira" università e docenti "che all'epoca stavano conducendo attività di ricerca all'avanguardia riguardo a vaccini, terapie e test per il Covid". Verso la "fine del 2020", poi, avrebbero "sfruttato falle informatiche presenti nel software Microsoft Exchange Server" relativo ai messaggi di posta elettronica, per "prendere di mira uno studio legale e altre entità che erano a loro volta a conoscenza di varie politiche del governo statunitense e mantenevano contatti con individui incaricati di formulare quelle politiche governative".

"Hafnium", la campagna di attacco hacker cinesi

 Lo sfruttamento di queste "falle" avrebbe fatto parte della più nota e ampia campagna di attacco hacker cinesi detta "Hafnium". In particolare, il 33enne e gli altri, sempre secondo le accuse degli Usa, sarebbero entrati nei pc nel mirino attraverso "comunicazioni" in cui lui e i "suoi complici fingevano di essere autorizzati ad accedere a quei computer". Da "tabulati" informatici e altri dati è emerso che l'università del Texas sarebbe stata "vittima di un'intrusione informatica" a partire dal febbraio 2020. L'obiettivo del presunto spionaggio sarebbero stati "ricercatori e ricerche relative al Covid".

Ricercato a livello internazionale

 Il 33enne era ricercato a livello internazionale su mandato d'arresto, emesso il 2 novembre 2023, dal Distretto meridionale del Texas del Tribunale distrettuale degli Usa. È accusato dagli Stati Uniti, come si legge negli atti, di frode telematica e furto di identità aggravato (pena massima 5 anni), associazione a delinquere finalizzata alla frode telematica (pena massima di 20 anni), accesso non autorizzato a computer protetti (pena massima 5 anni) e furto di identità aggravato (pena massima 2 anni).

L'inchiesta dell'Fbi

 Come scrive il giudice di Milano che ha disposto la custodia in carcere, "il ministero dell'Interno ha comunicato che l'autorità statunitense ha emesso il provvedimento" sulla base di un'inchiesta dell'Fbi da cui "è emerso che Xu Zewei ha preso parte, insieme ad altri connazionali cittadini" cinesi a una "associazione a delinquere finalizzata a rubare informazioni tramite l'accesso non autorizzato a computer, tra cui quelli di varie università e centri di ricerca scientifica, ubicati negli Stati Uniti e altrove".

Concreto pericolo di fuga

 E secondo l'Fbi, avrebbe agito in questa "attività di intrusione informatica per conto di autorità appartenenti al governo cinese". Al 33enne è stato anche sequestrato il telefono per trovare "dati utili all'accertamento dei fatti". Per il giudice sussiste un "concreto pericolo di fuga", dato che l'uomo "era appena giunto in Italia" con un volo da Shanghai e "non risulta avere alcun radicamento in Italia". Per martedì mattina è fissata l'udienza solo per "l'identificazione personale e l'eventuale consenso all'estradizione". Poi, il procedimento proseguirà e potrebbe durare anche diverse settimane.

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