Non è punita la condotta occasionale, in assenza di organizzazione. I giudici in passato avevano escluso anche la truffa: l’abilità del "banco" è nota ai più e cimentarsi per "batterlo" è una libera scelta
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Il gioco delle tre carte è lecito se improvvisato con un banchetto e due “compari” che fingono di vincere alle “tre campanelle”. Lo ha stabilito la Cassazione, spiegando che la condotta occasionale non rientra nel reato di "esercizio abusivo di giochi di pubblica scommessa non autorizzati". I giudici hanno accolto il ricorso di un gruppo di imputati, stabilendo che la presenza di un banco mobile e di "pallinari" non costituisce organizzazione illecita.
"Un fatto noto" - Nella sentenza si sottolinea come l’abilità del "banco" sia fatto noto e come cimentarsi per "batterlo" sia una libera scelta. Gli autori del ricorso aveva montato un banchetto davanti a un autodromo, cercando di distogliere l’attenzione dei frequentatori dai motori. La Suprema Corte chiarisce che non c’è alcun reato.
Il ruolo giuridico della sorte - Potrebbe al più scattare una contravvenzione, ma solo se "la possibilità di vincere o perdere la posta economica in gioco dipende, in maniera preponderante, dalla sorte e non dalla capacità dei giocatori".
L'abilità del "banco" - Gli "ermellini" avevano già trattato la questione del gioco delle tre carte nel 2019, cancellando una condanna per truffa e stabilendo che, senza la prova di manovre truffaldine, il gioco delle tre carte è lecito perché si basa sulla "straordinaria abilità di chi lo conduce". E chi si cimenta lo fa perché pensa di essere più bravo del “banco”. Anche in quell’occasione la Cassazione aveva chiarito che indurre una persona a giocare, con l’attrattiva di una vincita facile, non costituisce di per sé un reato.