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Delitto Avellino, la madre del 23enne reo confesso: "E' stato manipolato"

La sera del 23 aprile Giovanni Limata ha ucciso Aldo Gioia, il padre della sua fidanzata 18enne

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"Mio figlio è stato manipolato", così, secondo quanto riportato da "Il Mattino", Maria Crisci, la madre di Giovanni Limata, il ragazzo di 23 anni che ha ucciso Aldo Gioia, padre di Elena, la sua ragazza diciottenne. Secondo la donna, il figlio, che in passato aveva dimostrato una certa instabilità e ha all'attivo un tentativo di suicidio, avrebbe agito come una sorta di "burattino", completamente in balia della ragazza.

Maria Crisci, parlando del figlio, ha raccontato di un ragazzo che ha vissuto momenti difficili in passato, culminati in un tentato suicidio dopo una delusione d'amore, ma che ha "sempre reagito trovando la famiglia dalla sua parte a sostenerlo".

 

 

Ricostruendo il giorno dell'omicidio, la donna ricorda che Giovanni nel pomeriggio era andato ad Avellino con l'autobus. "A tarda sera è tornato stanco, strano, accompagnato da qualcuno, ci ha detto. Poi sono arrivati i poliziotti e l'hanno preso". Il ragazzo, però, "era convinto di non avere ucciso nessuno". "io e mio marito stiamo soffrendo – ha concluso la donna – ma non era la nostra famiglia ad essere manchevole. Non è la nostra famiglia che non ha amore al suo interno".

 

L'ipotesi di una seconda persona   Nonostante il 23enne abbia confessato l'omicidio, per l'avvocato della famiglia Limata, Mario Villani, la vicenda sarebbe ancora da definire.  L'ipotesi che avanza è quella che Giovanni quella sera del 23 aprile non fosse solo a casa della fidanzata e che qualcuno lo abbia aiutato nel massacrare Aldo Gioia. "Quattordici coltellate sono tante", ha infatti sottolineato ipotizzando la presenza di una seconda persona e un secondo coltello.

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