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'Ndrangheta, confiscati beni per 160 milioni a un imprenditore reggino

L'uomo avrebbe fatto leva sul sostegno di storiche cosche locali per avviare e consolidare nel territorio il suo ruolo nel mondo dell'edilizia

gdf guardia di finanza
ansa

Gdf e carabinieri hanno sequestrato beni per un valore di oltre 160 milioni di euro all'imprenditore edile reggino Carmelo Ficara.

Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Reggio Calabria. Dalle indagini è emerso che, dalla metà degli anni 80 al 2017, Ficara ha fatto leva sul sostegno di storiche cosche locali, dapprima quella dei Latella e dal 2000 su quella dei De Stefano, per avviare e consolidare nel territorio il ruolo di imprenditore edile.

 

Evidenze in tal senso erano emerse, tra le altre, nell'ambito delle operazioni "Monopoli" e "Martingala". La prima, eseguita dal Comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria, ha fatto luce su un sistema di cointeressenze criminali coltivate da imprenditori reggini che, sfruttando l'appoggio di cosche cittadine, sarebbero riusciti ad accumulare, in modo del tutto illecito, enormi profitti prontamente riciclati in fiorenti e diversificate attività commerciali. Le indagini sono culminate, nel 2018, con l'esecuzione di provvedimenti restrittivi personali nei confronti di quattro persone.

 

 

La seconda, invece, è stata condotta dal Centro operativo della Dia e dal Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria di Reggio Calabria nei confronti di un articolato sodalizio criminale dedito alla commissione di gravi delitti tra cui, a vario titolo, quelli di associazione mafiosa, riciclaggio, autoriciclaggio e associazione a delinquere finalizzata all'emissione di false fatturazioni, con l'aggravante, per alcuni di essi, del metodo mafioso. L'attività si è conclusa nel 2018 con l'esecuzione di provvedimenti restrittivi personali nei confronti di 27 persone, nonché di provvedimenti cautelari reali nei confronti di 51 società, anche estere.

 

L'attività investigativa avrebbe consentito di accertare i collegamenti tra l'imprenditore e l'organizzazione criminale e, in particolare, con la cosca De Stefano, in base al quale l'uomo aveva espanso le sue attività economiche a carattere speculativo immobiliare, imponendosi come uno dei principali imprenditori cittadini in tale settore e consentendone l'infiltrazione alla 'ndrangheta.

 

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