Il caso

Cagliari, Manuela Murgia morta a 16 anni 30 anni fa: i punti oscuri della vicenda

Dalle scarpe alle strane telefonate, passando per l'esito dell'autopsia: tutto quello che non torna con l'ipotesi del suicidio

31 Mag 2025 - 16:39
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Il 5 febbraio del 1995, dopo una telefonata anonima alla polizia, un corpo senza vita viene ritrovato all'interno del canyon di Tuvixeddu, a Cagliari. È quello di Manuela Murgia, 16 anni, scomparsa il giorno prima, quando era uscita di casa per incontrare qualcuno. Indossava sotto i jeans i pantaloni del pigiama e sul tavolo della cucina aveva lasciato un rossetto e un profumo. Un testimone la vede salire su un'auto e allontanarsi da casa. È l'ultima volta che Manuela sarà vista viva. A distanza di 30 anni quella morte è ancora avvolta nel mistero, un cold case che le sorelle Anna ed Elisabetta e il fratello Gioele, come anche tutta la famiglia, da anni tentano di far riaprire. Allora il decesso era stato archiviato come suicidio ma i familiari non hanno mai creduto a quella tesi e si sono sempre battuti per ulteriori indagini. Nel marzo scorso, la riapertura del caso. Da poche ore, nell'inchiesta è entrato l'ex fidanzato di allora, oggi 54enne, all'epoca giovane parrucchiere, Enrico Astero: è accusato di omicidio volontario. Tanti i punti oscuri della vicenda, sui quali i familiari hanno insistito per anni. 

La nuova ipotesi investigativa

 A marzo, la procura, che nell'agosto 2024 aveva respinto la richiesta di nuove indagini, ha deciso di approfondire il caso sulla base di una consulenza del medico legale Roberto Demontis presentata dai familiari della ragazza. Consulenza in cui viene ipotizzato che non si tratterebbe di suicidio o di una caduta da precipitazione, ma che le lesioni sarebbero compatibili con un incidente stradale e che, probabilmente, prima dell'incidente ci sarebbe stata una violenza sessuale e poi un occultamento di cadavere.

Inoltre, come riporta L'Unione Sarda, il medico legale Francesco Introna, "dall’autopsia originale non ha visto alcun trauma compatibile con una caduta fatale da quell'altezza. Solo lividi interni, una frattura al setto nasale e segni lievi sul collo. 'Non poteva essere precipitata', sostiene Introna". 

Tuvixeddu, il parco archeologico in cui fu trovata morta Manuela Murgia

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Scarpe e minestra

 I familiari della giovane, che hanno avuto accesso a tutti gli atti del procedimento dopo tanti anni, hanno visto strisciate sulle scarpe della 16enne, che, come riporta L'Unione Sarda "facevano pensare che il corpo di Manuela fosse stato trascinato. E avevano scoperto che dalla prima autopsia era emerso che nello stomaco della sedicenne ci fosse della minestra". Minestra che la giovane non aveva mangiato a casa. 

I soldi nascosti e le strane telefonate

 Non è tutto. Nei giorni precedenti la morte della ragazza, i familiari avevano scoperto che Manuela nascondeva dei soldi e che riceveva strane telefonate che gettavano la ragazzina in una situazione di sconforto, con pianti ininterrotti. Un ricordo riemerso già nel 2012 quando la sorella Elisabetta si recò in Procura per raccontare l'episodio. Le somme di denaro, in una quantità non normale per Manuela e per la sua famiglia, erano state trovate nascoste nella plafoniera del bagno. Proprio quel particolare aveva fatto riaprire il caso allora, ma poi non vennero trovati ulteriori riscontri sulle incongruenze segnalate dalla famiglia. 

L'auto blu

 L'indagato, Enrico Astero, fu sentito all'epoca e raccontò di aver avuto una breve relazione, poi conclusa, con Manuela. Secondo un testimone oculare, la mattina della scomparsa la 16enne salì su un'auto blu, compatibile con quella del cugino (non indagato) di Astero.  

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