I carabinieri hanno verificato e chiarito l'equivoco: l'uomo non si era finto genitore di nessun alunno, ma aveva semplicemente sbagliato classe. L'emergenza era scattata dopo una lettera del preside
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Si è risolto alla fine con un grandissimo equivoco la vicenda del presunto "finto genitore" qualificatosi come padre di un bimbo che in realtà non era suo figlio, in una scuola di Borgo Valbelluna (Belluno). L'uomo aveva chiesto ai professori di poterlo far uscire dall'aula in anticipo. Gli insegnanti, che non lo aveva riconosciuto, si sono subito insospettiti e l'uomo si è dato alla fuga prima di essere identificato. Il giorno dopo si è scoperto che tutto è nato da un caso di omonimia.
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A rendere noto l'episodio è stato il preside Umberto De Col, con una lettera urgente trasmessa a tutte le famiglie degli alunni. "Alla luce di quanto accaduto è stata data comunicazione ai nostri plessi di mantenere la massima attenzione", aveva scritto il dirigente scolastico.
Sarebbe stata una quasi perfetta omonimia tra due studenti, e la loro appartenenza alla stessa classe e sezione - ma uno è nelle elementari e l'altro nelle medie - a provocare l'allarme nella scuola bellunese. In realtà il genitore era "autentico", ma di un altro ragazzino, suo omonimo. Una verifica dei carabinieri, ai quali l'episodio era stato denunciato, ha permesso di chiarire l'accaduto facendo così rientrare l'emergenza sociale che si era generata.