Basilicata zona rossa, la protesta di 22 sindaci: "I focolai sono circoscritti"
In una lettera al ministro Speranza e al presidente Bardi, i Comuni chiedono che si proceda come in altre Regioni: "Non tutti i centri si trovano nella stessa condizione"
Sono 22 i sindaci di altrettanti Comuni lucani che protestano contro la decisione del governo di istituire la zona rossa in Basilicata a partire dal primo marzo per l'emergenza Covid. In una lettera indirizzata al ministro Speranza e al presidente regionale Vito Bardi, i primi cittadini chiedono che si proceda come in altre Regioni: "I focolai sono circoscritti ad alcuni Comuni, non tutti si trovano nella stessa condizione".
Coronavirus, tutti i Comuni in zona rossa: restrizioni mirate per contenere la terza ondata
A far aumentare l'indice di trasmissibilità in Basilicata sono stati infatti i focolai in alcuni Comuni. La definizione della zona rossa, con doppio salto dall'iniziale area gialla, preoccupa i sindaci lucani tanto da definire la mossa "impropria e sommaria".
"Focolai circoscritti" - I sindaci si soffermano su un punto fondamentale per esprimere la loro delusione. ''Non si può non riconoscere e non sottolineare - scrivono - che l'impennata dell'indice Rt in Basilicata sia dovuta fondamentalmente ad una diffusione di focolai abbastanza circoscritti. Ne consegue, pertanto, che le nuove misure volte al contenimento del contagio risultino essere quantomeno generalizzate, inique, vessatorie e mortificanti per molti Comuni, interi territori e svariati comprensori''.
"Perché non zone rosse all'interno della Regione?" - I primi cittadini hanno poi ricordato a Speranza e Bardi che "la circoscrizione di zone rosse all'interno di una Regione di colore diverso è già stata attuata in varie Regioni, come ad esempio la Toscana, la Lombardia, l'Umbria, la provincia di Bolzano''.
Le richieste dei sindaci - I 22 sindaci hanno dunque avanzato due richieste principali alle istituzioni. La prima riguarda ''una capillare valutazione degli indici di contagio di ogni Comune, considerando scrupolosamente le variabili geografiche e demografiche, affinché si possano limitare le restrizioni che vedrebbero nuovamente penalizzati gli studenti, gli esercizi commerciali, le piccole realtà economiche''. La seconda è l'invito a ''una massiva campagna di vaccinazione, con una calendarizzazione puntuale e attendibile, che venga implementata in maniera capillare, così da interessare tutti i Comuni della nostra regione in maniera equa ed omogenea".
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