"Ti ho amato alla follia e mi sono sentita amata nel modo più dolce del mondo. Solo ora, però, mi rendo conto che per ascoltarti ho distrutto la mia vita, quella di mio figlio e quella dei tuoi figli". Questa è solo una delle frasi che Maria Teresa Crivellari, la mantide assassina di Torino, ha scritto nel suo memoriale, ora nelle mani dei giudici.
Lei, 53 anni, nei giorni scorsi ha parlato per oltre nove ore in un lungo interrogatorio: ha assassinato la rivale in amore Marina Patriti, la moglie del suo amante, uccisa il 18 febbraio scorso.
Nella lettera, la mantide assassina confermerebbe la prima versione che aveva già fornito agli inquirenti: la Crivellari insiste nel definire come suo complice l'amante Giacomo Bellorio, marito della Patriti, casalinga quarantacinquenne, madre di tre figli, rapita a Bruino e poi uccisa a Sant'Ambrogio di Torino.
"Giacomo Bellorio mi ha aiutato a seppellire sua moglie nel giardino di casa mia" scrive Maria Teresa Crivellari. "Sapeva tutto e mi ha coperta". Lui invece continua a dichiararsi estraneo alla vicenda, anche se non nega di aver frequentato la sua ex anche dopo la scomparsa di Marina. Giacomo Bellorio dice che lha fatto esclusivamente per cercare di scoprire la verità, sperando di riuscire a farsi dire dalla ex amante che fine avesse fatto la moglie.
Una torbida vicenda che non convince giudici e carabinieri. Forse nellomicidio è coinvolto anche Alessandro, il figlio della Crivellari. Sembra che ci sia anche una nuova persona iscritta nel registro degli indagati: Annalisa Di Tonno, la fruttivendola di Venaria, a cui lassassina consegnò il portafoglio della vittima con una lettera d'addio per il marito.
Le indagini continuano. Ma intanto, si cercano ulteriori riscontri nel memoriale della mantide assassina.
Valentina Sorci