cronaca

Papa: "Pio XII salvò tanti ebrei"

20 Nov 2010 - 17:01

"Pio XII ha fatto tutto il possibile per salvare delle persone". Lo afferma Benedetto XVI nel suo ultimo libro-intervista "Luce del mondo", di cui L'Osservatore Romano ha dato delle anticipazioni. "Sapeva che in sé avrebbe dovuto parlare, ma la situazione glielo impediva", sottolinea il Papa. Spazio nel libro anche a una riflessione sui preservativi: in alcuni "singoli casi", dice il Pontefice, il profilattico può essere "giustificato".

Nel libro-intervista, a cura del giornalista tedesco Peter Seewald, Benedetto XVI parla a tutto campo di temi di attualità nella chiesa e nel mondo.

Su Pio XII e la condizione degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, per il Papa "ci si può sempre chiedere: 'Perché non ha protestato in maniera più esplicita?'. Credo che abbia capito quali sarebbero state le conseguenze di una protesta pubblica. Sappiamo che per questa situazione personalmente ha sofferto molto. Ora, persone più ragionevoli ammettono che Pio XII ha salvato molte vite ma sostengono che aveva idee antiquate sugli ebrei e che non era all'altezza del Concilio Vaticano II. Il problema tuttavia non è questo. L'importante è ciò che ha fatto e ciò che ha cercato di fare, e credo che bisogna veramente riconoscere che è stato uno dei grandi giusti e che, come nessun altro, ha salvato tanti e tanti ebrei''.

Preservativo, "serve umanizzazione della sessualità"
Sul tema della contraccezione per il Papa "concentrarsi solo sul profilattico vuol dire banalizzare la sessualità e questa banalizzazione rappresenta proprio la pericolosa ragione per cui tante e tante persone nella sessualità non vedono piu' l'espressione del loro amore, ma soltanto una sorta di droga, che si somministrano da sé. Perciò anche la lotta contro la banalizzazione della sessualità è parte del grande sforzo affinché la sessualità venga valutata positivamente e possa esercitare il suo effetto positivo sull'essere umano nella sua totalità". Secondo Ratzinger, "vi possono essere singoli casi giustificati, ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico, e questo può essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità per sviluppare di nuovo la consapevolezza del fatto che non tutto è permesso e che non si può far tutto ciò che si vuole". Tuttavia, aggiunge, ''questo non è il modo vero e proprio per vincere l'infezione dell'Hiv. E' veramente necessaria una umanizzazione della sessualità".

Droga, "è un animale mostruoso"
La droga è come un ''animale mostruoso'' che stende la mano su un ''Paese per rovinare le persone''. ''Tanti vescovi, soprattutto quelli dell'America Latina, mi dicono che là dove passa la strada della coltivazione e del commercio della droga - e questo avviene in gran parte di quei paesi - è come se un animale mostruoso e cattivo stendesse la sua mano su quel paese per rovinare le persone. Credo che questo serpente del commercio e del consumo di droga che avvolge il mondo sia un potere del quale non sempre riusciamo a farci un'idea adeguata. Distrugge i giovani, distrugge le famiglie, porta alla violenza e minaccia il futuro di intere nazioni'', prosegue il Papa. ''Anche questa è una terribile responsabilità dell'Occidente: ha bisogno di droghe e così crea paesi che gli forniscono quello che poi finirà per consumarli e distruggerli. E' sorta una fame di felicità che non riesce a saziarsi con quello che c'è e che poi si rifugia per così dire nel paradiso del diavolo e distrugge completamente l'uomo''.

Donne-prete, "non si possono ordinare"
La Chiesa ''non può" ordinare donne prete, perché non dev'essere ''un regime dell'arbitrio'': ''c'è invece una volontà del Signore per noi, alla quale ci atteniamo''. ''La formulazione di Giovanni Paolo II - dice il Papa - è molto importante: 'La Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale'''. Secondo Benedetto XVI, ''non si tratta di non volere ma di non potere. Il Signore ha dato una forma alla Chiesa con i Dodici e poi con la loro successione, con i vescovi ed i presbiteri (i sacerdoti). Non siamo stati noi a creare questa forma della Chiesa, bensì è costitutiva a partire da Lui''. ''Seguirla è un atto di obbedienza, nella situazione odierna forse uno degli atti di obbedienza più gravosi - aggiunge -. Ma proprio questo è importante, che la Chiesa mostri di non essere un regime dell'arbitrio. Non possiamo fare quello che vogliamo. C'è invece una volontà del Signore per noi, alla quale ci atteniamo, anche se questo è faticoso e difficile nella cultura e nella civiltà di oggi''.

Abusi, "compiacimento a screditare chiesa"
''Era evidente che l'azione dei media non fosse guidata solamente dalla pura ricerca della verità, ma che vi fosse anche un compiacimento a mettere alla berlina la Chiesa e, se possibile, a screditarla''. Così Benedetto XVI parla dell'atteggiamento dei media sullo scandalo abusi nel libro-intervista 'Luce del mondo'. Il Papa dice comunque che ''sin tanto che si tratta di portare alla luce la verità, dobbiamo essere riconoscenti''. ''Solo perché il male era dentro la Chiesa, gli altri hanno potuto rivolgerlo contro di lei'', aggiunge.

Pontificato, "si valuta dopo morte di un Papa"
Benedetto XVI aveva ''messo in conto'' le ''difficoltà'' nell'arco del suo Pontificato ma sottolinea che la ''valutazione'' complessiva di un Papa non è possibile ''quando è ancora in vita''. A una domanda sulle ''difficoltà'' del suo Pontificato, Benedetto XVI risponde ''l'avevo messo nel conto'', ma ''innanzitutto bisognerebbe essere molto cauti con la valutazione di un Papa, se sia significativo o meno, quando è ancora in vita. Solo in un secondo momento si può riconoscere quale posto, nella storia nel suo insieme, ha una determinata cosa o persona''. ''Ma che l'atmosfera non sarebbe stata sempre gioiosa - aggiunge - era evidente in considerazione dell'attuale costellazione mondiale, con tutte le forze di distruzione che ci sono, con tutte le contraddizioni che in essa vivono, con tutte le minacce e gli errori. Se avessi continuato a ricevere soltanto consensi, avrei dovuto chiedermi se stessi veramente annunciando tutto il Vangelo''.

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