"La televisione non mi dispiacerebbe". A parlare è Claudio Scazzi, il fratello di Sarah, che dopo il dramma vissuto in famiglia, ha ammesso di aver contattato l'agente delle star Lele Mora per valutare le sue possibilità nel mondo dello spettacolo. "Sto a Milano e ho chiesto a Mora se aveva in mente qualcosa per me", ha detto. La risposta però sarebbe stata negativa: "Dice che non vado bene, che non sono fatto per la tv", spiega il giovane.
A darne notizia è il settimanale "Oggi". Claudio - rivela il giornale - ha incontrato Lele Mora: "Credo di avere delle potenzialità - spiega il fratello di Sarah - e per questo mi sono rivolto a Mora. Se non lo sa lui cosa farmi fare...". Il riscontro non è però stato dei migliori e la collaborazione sembra finita sul nascere. Claudio rivela di aver già detto no "a un'agenzia di Torino, che mi proponeva di diventare il nuovo Azouz Marzouk".
Tuttavia la bocciatura di Mora non lo avrebbe convinto. Accompagnato dal padre e da un legale, Claudio ha visitato altre agenzie milanesi. Da parte sua, Mora si è reso disponibile a ospitare il fratello di Sarah Scazzi nei suoi eventi per la presentazione di una raccolta di fondi e di un progetto per la costruzione di un canile da realizzare in memoria della ragazzina.
Venerdì l'incontro tra Sabrina Misseri e il padre
Intanto i legali di Sabrina Misseri hanno fatto sapere che la loro assistità sarà presente venerdì prossimo all'incidente probatorio nel carcere di Taranto assieme al padre Michele. Lo ha riferito uno dei suoi legali, Francesca Conte. All'incidente probatorio saranno presenti per la difesa la stessa Conte e l'avv. Emilia Velletri. I due legali hanno avuto un incontro di circa un'ora in carcere con Sabrina. "Sta male - ha riferito Conte - è molto provata".
Sarah, macchie ematiche su cinta e capelli nella corda
Nessun commento da parte dei magistrati inquirenti, sulle indiscrezioni dei Ris, che hanno iniziato i rilievi sulle corde e le cinture ritrovate a casa Misseri. "Ancora a noi nessuno a detto nulla" è stato il commento di un magistrato che segue l'indagine. Il dato di fatto, però è che macchie ematiche sono state individuate dai carabinieri del Ris di Roma su alcune delle cinte sequestrate in casa di Michele Misseri, durante la perquisizione di sabato 6 novembre, nella villetta di via Deledda. Le cinte analizzate sono solo una ventina, mentre a casa Misseri erano state sequestrate 49 cinture di varie specie. Tra queste c'è anche quella che lo stesso Michele, nell'ultimo interrogatorio del 5 novembre in cui ha scaricato la responsabilità dell'omicidio sulla figlia Sabrina accusandosi invece del vilipendio e dell'occultamento del cadavere, ha indicato come arma del delitto.