cronaca

Erba, "vivo per incontrare Rosa"

03 Nov 2010 - 17:31

''Da quando ci hanno separati, vediamo il tempo passare, la vita riaffiora ogni quindici giorni per tre ore. Tre ore per cui vale la pena di vivere''. Lo scrive Olindo Romano parlando della moglie Rosa in una delle lettere indirizzate alla giornalista Cristiana Cimmino che la ha raccolte nel libro "Finché morte non ci separi". Nella corrispondenza sono pochi i riferimenti alla strage di Erba per la quale i due coniugi sono stati condannati in 2° grado all'ergastolo.

''Quella notte - dice Olindo - tante vite sono cambiate, la cosa peggiore è che dopo un mese ce ne hanno data un'altra in cambio, la nostra vita è rimasta lì, aspetta. Stiamo ripercorrendo all'inverso il percorso che ci ha portato sul fondo del barile''. ''A partire da quella notte - aggiunge in un'altra lettera - ci hanno perseguitati''.

Ma non ci pensa spesso: ''Ricordo tanta gente, vigili del fuoco, carabinieri, Castagna seduto sulla macchina, i vicini di casa alcuni, verso le 2 di notte i carabinieri di Erba che prelevano dal cesto la biancheria, dalla lavatrice i panni. Poi ci portano in caserma, dove ci hanno trattenuti sino alle 16''. Difficile farsi un'idea di che avrebbe potuto compiere i quattro omicidi: ''Ce lo siamo chiesti, ma invano, troppa gente andava e veniva''. Il desiderio più grande di Olindo sarebbe quello di tornare insieme a Rosa, ''nel posto più bello d'Italia, vorremmo solo tornare a casa nostra, chissà''.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri