cronaca

Camorra, raid punitivi: 4 arresti

21 Apr 2010 - 15:59

A marzo misero a segno due raid punitivi, facendo irruzione in una sala giochi a Giugliano e in un impianto per il bowling a Pozzuoli e, sparando all'impazzata, distrussero i locali e le auto in sosta. Ora le sei persone, ritenute membri della camorra, sono state identificate: quattro già in arresto. Ad aiutare gli inquirenti i video delle telecamere a circuito chiuso. Futili i motivi dei raid punitivi: la decisione di una donna di lasciare il marito.

Il blitz è stato compiuto dalla guardia di Finanza e dai carabinieri di Napoli tra Marano (Napoli) e Firenze. Due degli indagati sono riusciti a sfuggire alla cattura. Tutti dovranno rispondere a vario titolo di tentativo di omicidio, sequestro di persona, rapina, incendio, danneggiamento e detenzione e porto di armi da guerra, aggravati dell'aver agito con metodo mafioso.

Una storia d'amore finita la causa
L'uomo lasciato dalla moglie è Giuseppe Palumbo, mandante dei raid e considerato affiliato al clan camorristico dei Nuvoletta, attivo soprattutto a Marano. Lui non è un boss, secondo gli investigatori, e gli altri cinque coinvolti non sono manovalanza spicciola: occupano, nella gerarchia del clan, un livello intermedio.

Normale, per loro, dunque, applicare la modalità d'azione camorristica anche per risolvere una faccenda familiare. A scatenare la violenza dei sei la separazione della moglie da Giuseppe Palumbo. La donna è stata accolta da un suo zio: da qui la decisione di punire l'uomo, proprietario dei locali dove sono stati eseguiti i raid.

Il video shock dell'assalto
Spari alle auto di un parcheggio, alle slot machine, sfioranto con un colpo un uomo, piste di bowling incendiate mentre ci sono dei bambini che giocano. Il tutto con una calma inquietante. E' quello che i sei facenti parte del commando hanno compiuto nell'arco di pochi minuti. Due raid puntivi, in una sala giochi di Giugliano e in un impianto per il bowling di Pozzuoli ripresi dalle telecamere a circuito chiuso.

Gesti quasi rallentati, messi a segno con una sicurezza tale da non avere neanche fretta: sparano, distruggono cose, incendiano. Casco in testa, il primo raid è nella sala giochi di Giugliano: è lì che arrivano, armi in mano - pistole e mitragliette - già dalla strada. Entrano, puntano le armi alle testa dei clienti e poi iniziano a sparare contro le slot machine: c'è un uomo, steso a terra, che trema; i colpi quasi lo sfiorano. Fanno cadere di tutto, anche questa volta sfiorando di poco un altro uomo che cerca di trovare riparo.

Poi è la volta del bowling di Pozzuoli. Anche qui è la calma che accompagna tutti i gesti. C'e' una famiglia che gioca: padre, madre e due bimbe. I criminali entrano, iniziano a spargere liquido infiammabile. Poi danno fuoco a tutto e tutto si riempie di fumo: le bimbe piangono, urlano. Loro, intanto, continuano a mettere a segno il raid. Alla fine, escono spavaldi e con un fucile a pompa devastano le auto nel parcheggio: tanto per lasciare un segno. Un automobilista tenta la fuga: contro di lui il gruppo spara e lo ferisce. Colpi che solo per puro caso non uccidono.

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