A Verona, una ventina di bambini si sono visti negare il servizio di scuolabus perché i genitori non avevano pagato la retta. Dopo aver inviato diversi solleciti, l'amministrazione comunale ha ritenuto necessario mettere in atto il provvedimento. In molti, dopo gli avvisi, si erano rimessi in regola, mentre sedici famiglie non avevano ancora regolarizzato la propria posizione.
In bilico ci sono altri 93 casi che rischiano di non poter più far salire i figli sul pulmino del trasporto scolastico comunale se non pagheranno gli arretrati. La retta per lo scuolabus è di 23 euro al mese.
Il "giro di vite" deciso dall'amministrazione comunale arriva dopo aver constatato che una cinquantina di famiglie, su 1117 utenti, dall'inizio dell'anno scolastico usufruivano del servizio senza aver versato la retta.
Il caso ha sollevato critiche da parte di alcuni genitori che hanno raccontato all'Arena che la settimana scorsa un autista si è rifiutato di riaccompagnare a casa due sorelline di una scuola dell'infanzia, che al mattino avevano regolarmente usufruito del servizio. Da parte sua, l'assessore all'istruzione Alberto Benetti ha spiegato che la famiglia delle due bimbe era stata avvertita con ampio anticipo della sospensione del trasporto dopo aver ricevuto due solleciti e un incontro informativo in comune sulle possibili agevolazioni.
"La famiglia - ha detto Benetti - non aveva mai pagato nemmeno una rata per il servizio di trasporto, con retta ridotta del 50% per il primogenito, dall'inizio dell'anno scolastico". Anche per la mensa è stata pagata solo la prima rata, ma in questo caso il servizio resterà comunque garantito perché "il comune di Verona lo considera essenziale". Dal 2004 al 2009 ammontano a 1,3 mln i mancati pagamenti di rette per i servizi di mensa e trasporto scolastico.