cronaca

Siciliano, in caserma con la mamma

05 Apr 2010 - 23:54

Marco Siciliano, accusato di  uxoricidio, è un uomo cresciuto in una famiglia affiatata, padre lavoratore e madre casalinga che ha seguito la crescita sua e della sorella maggiore. Infanzia e adolescenza tranquilla, mai un problema, mai un grattacapo. Cosa può spingere un uomo all'apparenza così mite ad uccidere la moglie e gettarle nel lago di Como? Agli inquirenti la difficile risposta, così difficile da essere sconosciuta anche ai suoi amici, secondo quanto risulta a Tgcom.

Lei e la moglie vivevano a Obino, una frazione di Castel San Pietro, paesino del Mendrisiotto con poco più di 2mila abitanti. Impossibile quindi non conoscere la famiglia Siciliano-Sulmoni. Beatrice porta il figlio a scuola ogni giorno e, fino all’ultimo, appare serena e tranquilla. Marco, lavoratore serio, esercita la professione di fisioterapista in una clinica del Luganese e nel suo studio privato di Chiasso, al confine con l’Italia. Studio avviato e frequentato, conosciuto nella zona per serietà ed efficacia.

Molto legato alla famiglia
L'attività rispetta Marco, un uomo disponibile, affidabile e sempre sorridente. I suoi amici raccontano a Tgcom che con lui è quasi impossibile non andare d’accordo, e ciò aumenta lo sgomento di questa tragica vicenda. I vicini di casa della coppia spiegano di non avere mai percepito i segnali del benché minimo litigio, e questo si allinea alla perfezione con il ritratto che emerge di Marco Siciliano. L'uomo è legatissimo alla sua famiglia, come dimostra il suo studio di fisioterapia, a poche decine di metri dalla casa in cui è nato e vissuto fino al momento in cui si è trasferito ad Obino. Non solo: quando si reca presso il posto di polizia per denunciare la scomparsa della moglie Siciliano si fa accompagnare da sua madre. Il padre di Marco, dipendente delle poste svizzere ormai in pensione, è pure uomo cordiale e posato.


Ora Marco Siciliano dovrà rispondere dell’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere, le indagini sono coordinate dalla procuratrice Rosa Item ma ricostruire il processo mentale che avrebbe portato il 32enne ad uccidere, sarà compito arduo.

Giuditta Mosca

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