Katerina Mathas, 26 anni, la madre del piccolo Alessandro, il bimbo otto mesi seviziato e ucciso in un raptus di follia sotto gli effetti della cocaina in un residence di Nervi, è stata scarcerata. Lo ha stabilito il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Genova, Vincenzo Papillo. La donna resta comunque indagata con l'accusa di omicidio volontario in concorso con il compagno, Giovanni Antonio Rasero, di 29 anni.
Il magistrato ritiene che il delitto, avvenuto nella notte del 15 marzo nel monolocale di Genova Nervi utilizzato da Rasero, sia stato compiuto in una fascia oraria in cui la donna era uscita in cerca di cocaina, tra le 00:07 e l'1:34. Sarebbe stato così Rasero, da solo, per motivi che restano incomprensibili, a seviziare e uccidere il bambino, adagiandolo poi sul divano come fosse addormentato, coprendolo con una coperta e rassicurando la madre sulle sue condizioni al suo rientro. A convincere della sua colpevolezza il gip sarebbero state anche le dichiarazioni contraddittorie dell uomo che, dal carcere di Marassi, continua a negare e accusa la compagna.
Katerina ha lasciato la cella della casa circondariale di Genova Pontedecimo che condivideva con Elizabete Petersone, ventenne lettone, pure lei accusata di infanticidio: "Ho trascorso 16 giorni in carcere - ha detto la donna -. Oggi torno a casa ma Ale non c'è più. Sono una mamma distrutta dal dolore. Oggi riacquisto la libertà ma Ale non può restituirmelo nessuno". La giovane, le mani tremanti e la voce incrinata dall'emozione, ha letto nello studio del suo avvocato, Paolo Costa, una dichiarazione da lei scritta in carcere.