cronaca

Favara, chiesa gremita per funerali

Per l'ultimo saluto a Chiara e Marianna

26 Gen 2010 - 07:12

Dolore e disperazione nella chiesa madre di Favara (Agrigento), dove sono iniziati i funerali di Marianna e Chiara Pia Bellavia, le due sorelline morte nel crollo della loro abitazione. Un migliaio le persone rimaste fuori dalla chiesa nonostante la pioggia. Le esequie, come richiesto dalla famiglia, sono celebrate in forma privata. La cerimonia è officiata dall'arciprete don Mimmo Zambito che ha vietato l'ingresso ai giornalisti.

L'arcivescovo, presente alla cerimonia, si è rifiutato di presiederla per protesta contro quella che ha definito una "tragedia annunciata". Prosegue intanto l'inchiesta per accertare eventuali responsabilità nel crollo: potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati anche il sindaco di Favara Domenico e i vertici dell'ufficio tecnico comunale.

Mentre la famiglia Bellavia darà l'ultimo saluto alle piccole vittime, i carabinieri, su delega della procura di Agrigento proseguiranno gli accertamenti. Un pool di magistrati coordinerà le indagini. Ne fanno parte il procuratore capo Renato Di Natale, l'aggiunto Ignazio Fonzo, e i sostituti Lucia Brescia e Giacomo Forte. L'inchiesta punta a verificare se erano state emesse ordinanza di sgombero relativamente alla zona interessata dal crollo e a fare luce sulla vicenda relativa alle assegnazioni degli alloggi popolari: i Bellavia erano tra i cittadini che avevano fatto domanda.

Il genio civile accertò che la palazzina era sicura
"C'è un accertamento eseguito dal genio civile negli anni passati secondo cui lo stabile era sicuro. Questo è l'unico dato che ad oggi ci risulta". Parola del sindaco di Favara, Domenico Russello, rispondendo ai giornalisti poco prima di entrare nella chiesa per i funerali. Il sindaco ha aggiunto: "Abbiamo visto le foto della palazzina prima del crollo, sopra c'era una aggiunta posticcia di una sopraelevazione probabilmente abusiva, con una copertura in cemento armato che forse ha avuto l'effetto di schiacciare lo stabile". Sui 56 alloggi popolari ultimati negli anni scorsi ma non ancora assegnati e intanto distrutti e vandalizzati, il sindaco ha osservato: "E' scandaloso che siano stati distrutti, ma io sono qui dal 2007 e non spetta a me indicare le responsabilità. E per la palazzina non c'era nessuna ordinanza di sgombero".

La famiglia aveva chiesto la casa popolare
I Bellavia "avevano presentato nel 2003 una domanda per un alloggio popolare, ma non aveva allegato i documenti richiesti. Per questo era stata esclusa dalla graduatoria". E' quanto ha fatto sapere sempre il sindaco. Fin dal primo istante Russello aveva smentito che i Bellavia avessero presentato domanda: "Adesso - ha spiegato - ho acquisito tutto gli atti documentali e ho appreso che la domanda fu presentata nel 2003. Non ne sono state fatte 10 come si favoleggia, ma con questo non voglio polemizzare con il signor Bellavia, a cui ho manifestato il mio affetto".

"Nella domanda del signor Bellavia - aggiunge il primo cittadino - mancavano gli allegati previsti dalla legge, sia per quanto riguarda il reddito che l'alloggio. Con notifica di un messo comunale gli è stato chiesto di procurare la documentazione richiesta, cosa che purtroppo non ha fatto e per questo è stato escluso, insieme ad altre 64 famiglie, dall'ammissibilità". E' lo stesso sindaco a spiegare che ci sono state "390 famiglie ammesse e altre 65 escluse, tra cui i Bellavia".

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