cronaca

"Due coltelli per uccidere Mez"

Il medico legale depone a porte chiuse

18 Apr 2009 - 13:51

Chi uccise Meredith Kercher, prima tentò di strangolarla, e poi la colpì alla gola forse con due coltelli diversi. A ipotizzarlo è il medico legale Mauro Bacci, consulente del pm, che ha deposto, a porte chiuse, nel processo a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox. Per il medico legale il coltello individuato dall'accusa come l'arma del delitto è compatibile con la ferita più grande, quella mortale, mentre non lo è con quella più piccola.

Raffaele e Amanda presenti in aula
Il medico legale ha parlato in aula alla presenza dei due imputati, gli studenti italiano e americana Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox. Lo ha riferito l'avvocato Francesco Maresca, uno dei legali di parte civile della famiglia della giovane inglese uccisa. 

Un rapporto sessuale non consenziente
Secondo l'avvocato Maresca, inoltre, il medico legale ha inoltre parlato di un rapporto sessuale "non consenziente" avuto dalla vittima prima di morire. Il dottor Bacci avrebbe dichiarato che non ci sono elementi biologici che la confermino ma che ci sono elementi che inducono a sostenere un avvenuto rapporto sessuale non consenziente.

Morta tra le 21 e le 24
In merito all'orario della morte, il consulente dell'accusa ha indicato un range che va dalle 21-21.30 alle 23.30-24.

La difesa di Sollecito: "Coltello astrattamente compatibile"
Per l'avvocato Luca Maori, uno dei difensori di Sollecito, in base alle conclusioni del consulente del pm il coltello indicato dall'accusa è "'solo astrattamente compatibile" con le ferite riscontrate. "Il medico legale - ha aggiunto - ipotizza inoltre che la vittima sia stata afferrata davanti e non da dietro". 

"Coltello più piccolo è compatibile con ferite"
L'avvocato Giulia Bongiorno, un altro dei difensori di Raffaele Sollecito, ha commentato che un coltello "piu' piccolo" rispetto a quello indicato dai pm come arma del delitto "è compatibile con entrambe le ferite riscontrate sul collo di Meredith Kercher". 

Il sopralluogo
Intanto si è svolto il sopralluogo della Corte di assise di Perugia presso la casa dove venne uccisa Meredith Kercher. La richiesta di un sopralluogo, a cui si erano associate tutte le parti, era stata avanzata dai legali di Raffaele Sollecito, per permettere ai giudici della Corte di visionare l'abitazione.

La lettera di un detenuto
Un detenuto nel carcere di Ancona ha fatto recapitare una lettera alla Corte d'Assise di Perugia nella quale sostiene che Raffaele Sollecito è estraneo all'omicidio. L'uomo si era trovato per un periodo nello stesso carcere di Alberto, a Terni. La lettera è stata depositiata agli atti del processo. Nella lettera, due pagine scritte a mano, il detenuto sostiene di aver lui stesso incaricato alcuni amici di forzare i sigilli della casa del delitto per dimostrare che chiunque poteva entrare nello stabile. La difesa di Stasi sta valutando se chiedere la testimonianza del carcerato aula.

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