Libia, nave italiana salva 350 persone
Ancora una tragedia del mare tra l'Africa e l'Italia: un peschereccio con a bordo decine di clandestini è affondato al largo delle coste libiche. I morti accertati sono 21, i dispersi oltre 200 se verrà confermato che a bordo dell'imbarcazione c'erano 257 immigrati, tutti diretti in Italia. Secondo il ministro dell'Interno libico, invece, i 257 clandestini non erano su un'unica imbarcazione ma su tre diverse, e quindi i dispersi molti meno.
Al momento 23 immigrati, di cui 6 egiziani, sono stati tratti in salvo e 21 cadaveri (una decina sono di cittadini egiziani) sono stati recuperati. Per la Libia "tre imbarcazioni sono partite da Sidi Belal trasportando 257 persone. Una è affondata ma ignoriamo se le altre due siano arrivate o meno a destinazione". Lo stesso ministero dell'Interno libico ha poi reso noto che una nave cisterna italiana ha salvato 350 clandestini che si trovavano a bordo di una imbarcazione in difficoltà, sempre al largo del Paese nordafricano. Alle autorità italiane, però, non è giunta alcuna segnalazione né del naufragio né del salvataggio.
L'ennesima tragedia sulla rotta tra la Libia e la Sicilia non ha comunque fermato i viaggi della disperazione verso l'Italia: oltre 400 extracomunitari sono approdati infatti nelle ultime ore sulle coste della Sicilia orientale, dopo i 222 giunti domenica a Lampedusa. Sbarchi che, ha assicurato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, "termineranno il 15 maggio, quando entrerà in vigore l'accordo siglato dal governo italiano con quello libico sul pattugliamento congiunto delle coste".