cronaca

Stupro Primavalle,dubbi su test Dna

Non ci sarebbero tracce del romeno Racz

12 Mar 2009 - 08:31

Vacilla l'accusa di stupro nei confronti del romeno Racz sul caso Primavalle: i primi test eseguiti sulla 40enne violentata non hanno portato al riconoscimento del presunto colpevole. L'unica traccia riconoscibile è quella appartenente a un uomo, un egiziano, col quale la vittima ha fatto sesso consenziente la mattina prima della violenza. La donna avrebbe anche ritrattato il riconoscimento di Racz fatto a Regina Coeli.

A questo si aggiunge anche la testimonianza della vittima. Inizialmente aveva detto di ricordare solo un uomo con gli incisivi ridotti come monconi neri che indossava un giaccone con cappuccio. In un riconoscimento all'americana avvenuto nel carcere di Regina Coeli inizialmente la vittima non ha riconosciuto Racz, ha poi detto di essere quasi certa che fosse lui solo dopo averlo visto senza giacca. Una identificazione che sarebbe poi stata ritrattata nei giorni successivi. Racz, va detto, ha fornito un alibi per la sera dello stupro di Primavalle: ha detto che si trovava al campo rom e che ci sono dei testimoni. I personaggi che dovrebbero testimoniare sono suo fratello (arrestato poco dopo di lui per altri reati) e alcuni suoi amici. Guarda caso gli stessi testimoni citati dal biondino Loyos nella sua difesa per la violenza della Caffarella.

Ronde anti romeni nella Capitale?
La tensione a Roma comincia a salire sempre di più. Due albanesi hanno denunciato alla polizia di essere stati aggrediti da un gruppo di italiani la scorsa notte nel periferico quartiere Tor Bella Monaca. Sono ancora molti gli aspetti da chiarire, da parte della polizia, su quanto avvenuto in via Ferdinando Quaglia, dove gli albanesi, due fratelli di 33 e 37 anni, hanno detto di essere stati aggrediti e dove sono andati, senza trovare nulla, gli agenti del commissariato Casilino, ai quali alcuni cittadini avevano segnalato una rissa.

Gli albanesi hanno detto agli investigatori di essere stati accerchiati da una trentina di italiani, scesi da alcune moto e auto, armati di bastoni, mazze e pietre. "Siete romeni?" hanno chiesto ai due e subito dopo, sempre secondo quanto riferito dai due fratelli, è partita l'aggressione con mazze e sassi. I due stranieri hanno inoltre affermato che alcuni aggressori impugnavano pistole.

Un racconto che però presenta molte lacune. I due, che hanno rifiutato le cure mediche, non sono stati in grado di fornire alla polizia alcun elemento utile per risalire agli aggressori. In base a quanto si apprende da fonti investigative i fratelli non hanno saputo descrivere, neanche sommariamente, nessuno dei trenta aggressori.

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