Madre e figlia uccise per gelosia
Alla fine, dopo due interrogatori serrati Fahd Bouichou ha confessato di aver ucciso in un raptus di gelosia la sua ex compagna Elisabetta Leder e la figlia Arianna di neppure due anni. Il marocchino ha ammesso le sue responsabilità davanti agli agenti della polizia di Treviso. L'uomo, dopo il duplice omicidio, è fuggito in Slovenia ma è stato bloccato dalla polizia locale. Le autorità italiane sono in attesa dell'estradizione.
Fahd Bouichou è tuttora detenuto nel carcere di Capodistria (Slovenia). Bouichou è comparso giovedì sera davanti al giudice del Tribunale di Capodistria per quello che è l'equivalente dell'interrogatorio di garanzia e ha rifiutato di essere estradato. Presso lo stesso Tribunale è stato quindi incardinato il procedimento per l'estradizione sulla cui durata, al momento, né la polizia, né la magistratura fanno previsioni. Il mandato di arresto nei confronti di Bouichou è tuttavia già stato notificato a Capodistria. A inoltrare il provvedimento, tramite la polizia slovena, poliziotti della Questura di Treviso.
Bouichou è arrivato in Slovenia servendosi di mezzi pubblici. Secondo quanto appreso dall'Ansa in ambienti vicini agli inquirenti, l'immigrato ha riferito ai poliziotti di aver compiuto il duplice omicidio "per un eccesso di gelosia". Dopo il delitto l'uomo sarebbe sceso nel garage della palazzina dove si è cambiato gli abiti sporchi di sangue, nascondendoli. Ha preso poi l'auto dell'ex compagna con cui ha raggiunto Jesolo, spegnendo i cellulari per non farsi rintracciare, ha abbandonato lì la vettura e ha preso una corriera che l'ha portato a Trieste, dove si è fermato alla stazione ferroviaria per chiamare da una cabina pubblica la sorella in Marocco.
La polizia, che nel frattempo aveva messo sotto controllo i telefoni di varie di persone che potevano essere in contatto con lui, hanno intercettato la telefonata durante la quale la sorella ha inviato Fahd Bouichou a scappare, a nascondersi e a disfarsi di tutto ciò che lo poteva compromettere distruggendo le prove. "Nega, nega sempre tutto ha detto la donna in arabo al fratello - nega anche l'evidenza". A quel punto è scattato l'accertamento degli agenti, mentre il marocchino ha tentato l'ultima disperata fuga in corriera oltre il confine italiano, giungendo in Slovenia dove è stato bloccato dalla polizia.