La prima entro il 2020,ipotesi sui siti
Saranno quattro le centrali nucleari previste in Italia. La prima dovrebbe essere pronta nel 2020. Tra le ipotesi si parla di Trino Vercellese (Vercelli), Caorso (Piacenza), Montalto di Castro (Viterbo). Ma anche di zone in Sardegna, Sicilia e Puglia. Sono queste le indiscrezioni emerse dopo l'intesa siglata tra il premier Silvio Berlusconi e il presidente francese Nicolas Sarkozy, 22 anni dopo il referendum contro l'energia atomica.
La procedura prevede che una commissione di saggi, nominata dal ministro dell'Intero, Claudio Scajola, valuti le candidature. L'ubicazione degli impianti di tecnologia francese EPR richiede zone poco sismiche o molto stabili, vicino a grandi bacini d'acqua, ma senza pericolo di inondazioni, possibilmente lontano da luoghi densamente popolati.
In base a questi criteri, il quotidiano "La Stampa" ha interpellato alcuni esperti che hanno individuato alcune zone adatte. Così sono rispuntati i siti già individuati negli Anni 70, ai tempi dei Piani Energetici Nazionali. Zone dove già esistevano centrali nucleari o erano previste.
I possibili siti
Restringendo il cerchio sono stati fatti i nomi di Caorso, nel Piacentino, e Trino Vercellese (Vercelli), perché collocati sulla Pianura Padana, caratterizzata da scarsa sismicità e disponibilità di acqua di fiume. Poi, Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, adatto per scarsa sismicità e acqua di mare. Se si considera invece la lontananza da grandi centri abitati e la stabilità del terreno si possono vagliare la Sardegna, la costa rivolta verso lAfrica della Sicilia (che si è candidata), la Basilicata ed alcune aree della Puglia. Il Veneto, prosegue La Stampa, si è fatto avanti proponendo Porto Tolle (Rovigo). A questi, il quotidiano "Il Giornale" ha aggiunto Monfalcone (Gorizia), Chioggia (Venezia), Ravenna, Termoli (Campobasso), Mola (Bari), Scanzano Jonico (Matera), Palma (Agrigento) e Oristano.
Ma la maggior parte di questi luoghi sono già occupati da impianti energetiche tradizionali: a Porto Tolle cè già una centrale a olio combustibile da 2500 MW, a Montalto di Castro già ci sono centrali (a carbone e olio) per 3300 MW; a Trino Vercellese una a ciclo combinato da 600 MW.
Mentre non avrebbero le caratteristiche di idoneità i siti del nucleare italiano prima del referendum sul nucleare di Latina e del Garigliano.