cronaca

Disabile ritira querela a Google

Per video del ragazzo vessato in classe

18 Feb 2009 - 12:19

Uno studente disabile di un istituto tecnico torinese venne insultato e vessato da quattro compagni di scuola. Il gruppo filmò l'aggressione e mise il filmato su Internet. Ora, il legale del ragazzo minorenne vittima dei bulli ha ritirato la querela nei confronti di quattro dirigenti di Google, sotto processo per non aver bloccato il caricamento di quelle immagini sul motore di ricerca.

Per i quattro responsabili, tra cui il presidente del Cda di Google Italy, David Carl Drummond, la cui posizione era al vaglio del tribunale di Milano, il processo non finisce qui. Il giudice ha ammesso la costituzione delle altre parti offese come parti civili.

Tra queste si è costituito parte civile il Comune di Milano, che può agire in tal senso in base alla legge del difensore civico in merito a cause in cui sono vittime persone disabili. La costituzione dell'amministrazione comunale è stata ammessa solamente per l'accusa di concorso in diffamazione e non per quella di violazione della privacy, di cui devono rispondere gli imputati.

Sono state ammesse come parti civili anche l'associazione "Vividown", rappresentata dal legale Guido Camera, e una signora che avrebbe subito un episodio distinto di violazione della privacy. Il suo nome compariva ancora, dopo una condanna, nel motore di ricerca. La prossima udienza è fissata per il 17 marzo. Gli imputati potrebbero sollevare un problema di giurisdizione (essendo Google americana) e non ritenere competente un tribunale italiano.

Il legale del ragazzo disabile, Michela Malerba, ha spiegato che il giovane e la famiglia hanno deciso di non costituirsi parte civile contro Google Italia perché "ciò non corrisponderebbe a una sua effettiva tutela". "Tutta questa triste vicenda - scrive l'avvocato - è stata spesso strumentalizzata per fini che nulla hanno a che vedere con la tutela della persona offesa. Basti pensare che il giovane, che frequenta regolarmente una scuola, legge i quotidiani, vede la televisione si sente ulteriormente offeso e umiliato dai titoli e dalle immagini che spesso vengono diffusi". La rinuncia alla querela deruva anche dal fatto che i responsabili di Google, ha aggiunto il legale, hanno espresso solidarietà con quanto accaduto e si sono impegnati ad essere più attenti ai problemi dei disabili e al fenomeno del bullismo.

Vinta anche la prima causa su Street View
Google vince la prima causa che gli è stata intentata per presunta violazione della privacy di Street View, servizio accessibile attraverso Google Maps o Google Earth, che offre vedute panoramiche dal livello stradale di diverse città nel mondo con la possibilità di ruotare l'immagine di 360 gradi. A perdere la battaglia legale, davanti alla corte distrettuale della Pennsylvania, è stata una coppia di coniugi di Pittsburgh. Aaron e Christine Boring avevano fatto causa al gigante di Internet ad aprile scorso sostenendo che Google era colpevole di aver provocato loro "una grande sofferenza mentale" e di aver diminuito il valore della loro proprietà, acquistata in una zona isolata proprio per mettersi al riparo dal mondo esterno.

Con la denuncia partì la richiesta di eliminazione dell'immagine e la richiesta di 25mila dollari di risarcimento. I coniugi sostenevano che il viale di accesso alla villa recava in modo chiaro la scritta "strada privata" e dunque i fotografi di Google non avrebbero dovuto percorrerlo. Tuttavia il giudice ha decretato che non sussiste nessun capo d'accusa. Paradossalmente la causa stessa rese molto più popolare ed esposta al pubblico la coppia di quanto avesse realmente fatto la foto della loro casa su Street View.

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