cronaca

Ferrara,20enne colpita da meningite

Lavorava in discoteca,controlli in atto

16 Feb 2009 - 08:16

Allarme meningite nel Ferrarese dopo che una ragazza di 20 anni è stata ricoverata in coma farmacologico all'ospedale del capoluogo emiliano per una meningite acuta. La giovane avrebbe iniziato a star male da venerdi, dopo aver lavorato in una discoteca: sarebbe stata a contatto con numerosi clienti del locali. Centinaia di persone sono state avvertite e vengono sottoposte per cautela a profilassi.

La ragazza è in coma farmacologico per una meningite iperacuta da meningococco: aveva lavorato in una discoteca affollata di persone lo scorso 7 febbraio.

"Il dipartimento di Sanità Pubblica dell'Azienda Usl ha provveduto a sottoporre a profilassi gran parte delle persone che sono venute in relazione con la ragazza colpita da meningite", ha reso noto un comunicato congiunto di Azienda Ospedaliera Universitaria e Azienda Usl di Ferrara, precisando che si è trattato di "un lavoro estremamente dettagliato e corposo, messo in atto dai medici grazie anche alla collaborazione delle persone che lavorano con la ragazza ammalata, delle guardie mediche e delle forze dell'ordine cittadine".

"La paziente colpita da meningite - spiega la nota - è tuttora ricoverata presso l'Unità Operativa di Rianimazione dell'ospedale S. Anna. Le sue condizioni di salute sono stabili. La prognosi è riservata e saranno necessarie altre 48 ore per poterla sciogliere". La meningite - continua il comunicato - "è certamente meningococcica, ma ad oggi il laboratorio analisi del S. Anna non è stato ancora in grado di identificate il ceppo". Sul fronte della prevenzione, "tutti i familiari sono stati sottoposti a profilassi dai medici del reparto di Malattie infettive del S. Anna, e il dipartimento di Sanità Pubblica dell'Azienda Usl ha provveduto a sottoporre a profilassi gran parte delle persone che sono venute in relazione con la ragazza colpita da meningite".

Il rischio di contagio, spiega , il direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Università di Brescia Giampiero Carosi, ''si determina quando c'è una fase acuta dell'infezione in atto e siamo in presenza, nel soggetto colpito, di un'alta carica batterica. Il contagio avviene principalmente attraverso la trasmissione di goccioline di saliva, ad esempio parlando o tossendo''. Per questo, rileva, "due sono le condizioni di rischio: la vicinanza al soggetto in un raggio limitato di 1 o 2 metri, ma anche il contatto prolungato dal momento che perché ci sia contagio è necessaria la presenza di una carica batterica molto elevata". 

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