cronaca

Nettuno, "cercavamo emozioni forti"

Indiano bruciato,tre giovani confessano

02 Feb 2009 - 08:32

"Cercavamo un barbone a cui fare uno scherzo, non per forza un romeno, un ragazzo di colore, solo uno a cui dare una lezione". Queste le parole pronunciate da uno dei tre ragazzi fermati per aver bruciato un indiano di 35 anni che dormiva su una panchina alla stazione di Nettuno (Roma), dopo averlo picchiato. "Volevamo fare un gesto eclatante, provare una forte emozione per finire la serata", ha detto il più piccolo dei tre, di soli 16 anni.

I militari sono arrivati in poche ore ad individuare il terzetto: gli altri due fermati - a tutti è stato contestato il tentato omicidio aggravato - hanno 28 e 19 anni.

L'agghiacciante gesto è avvenuto durante la loro notte da sballo. Una delle tante passate da un locale all'altro, a bere fino ad ubriacarsi. Ma l'alcol spesso non basta più: ed ecco che la pasticca colorata, l'ecstasy, o la cocaina allungano il "viaggio" e aiutano a spostare il limite, fino a osare di più. I carabinieri non volevano credere alla confessione dei tre ragazzi "di buona famiglia", di Nettuno, che sabato notte in questa località del litorale romano, hanno prima picchiato e poi cosparso di benzina l'immigrato riducendolo in fin di vita. Ma prima, come ennesimo sfregio, il branco gli ha "dipinto" di grigio il volto e il collo.

I militari sono arrivati in poche ore ad individuare il terzetto: gli altri due fermati - a tutti è stato contestato il tentato omicidio aggravato - hanno 28 e 19 anni. Il rogo umano è divampato quasi all'alba su una panchina di marmo della stazione ferroviaria di Nettuno: Sinhg Navte, 35 anni - senza documenti e di probabile etnia sikh - dormiva lì ormai da molte notti. Aveva perso il lavoro e non aveva più i soldi per pagarsi un tetto. 

Secondo gli elementi raccolti dai carabinieri i tre avevano trascorso una notte "brava" tra alcol e droga al termine della quale hanno voluto fare, hanno detto durante l'interrogatorio, un gesto "eclatante per provare una forte emozione". Il ragazzo minorenne ed i suoi amici di 19 e 28 anni, incensurati, e con famiglie di lavoratori alle spalle, tornando a casa sono passati davanti alla stazione di Nettuno.

Qui, secondo la ricostruzione dei carabinieri, hanno insultato e aggredito il senzatetto che dormiva nell'atrio. Poi si sono allontanati. Sembrava finita lì ed invece, mentre erano al distributore a fare il pieno all'auto, hanno avuto l'idea di fare "uno scherzo al barbone", così come loro stessi hanno detto agli investigatori. Tornati nella stazione hanno dato fuoco all'immigrato e non riuscendo più a spegnere le fiamme sono scappati. 

Sulle prime gli investigatori avevano ipotizzato un'azione xenofoba, di matrice razzista che sembrerebbe essere però venuta meno meno. Sarebbe stata, semplicemente, un'azione da "teste vuote".

Secondo quanto osservato dal generale Vittorio Tomasone, comandante provinciale dei carabinieri di Roma, "quanto avvenuto non sembra avere uno sfondo razziale, ma con una conseguenza ancor più agghiacciante, visto che secondo quanto accertato i tre volevano chiudere la notte, dopo uno sballo di alcol e droga, con un gesto fortemente eclatante".

Secondo il generale Tomasone "non capire lo sfondo dietro questo atroce episodio sarebbe come non vedere ciò che succede attorno ai nostri giovani. L'uso smodato di droghe ed alcol a cui si sottopongono condiziona il loro comportamento".

Il cittadino indiano è stato ricoverato all'ospedale S. Eugenio di Roma. Le sue condizioni sono migliorate: la prognosi resta riservata, ma non è più in pericolo di vita.

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