Ex produttore in carcere dopo l'arresto
Dopo l'arresto per bancarotta e il trasferimento a Regina Coeli, emergono preoccupanti dettagli sulle condizioni di Vittorio Cecchi Gori. L'ex produttore, nei giorni precedenti l'arresto, avrebbe manifestato il desiderio di morire. "Per me ci vorrebbe l'eutanasia", avrebbe confidato ad alcuni amici secondo quanto riporta il "Corriere della sera". Ora è guardato a vista nel carcere romano perché si teme che l'imprenditore possa suicidarsi.
"Voglio morire, ma da solo non ce la faccio, aiutatemi con un'iniezione letale". Sarebbero state queste le parole disperate pronunciate dall'ex produttore che, nelle ultime settimene, avrebbe più volte affrontato il tema della morte e incontrato spesso il suo medico, il geriatra Walter Regolo. Lo stesso medico, riporta il quotidiano milanese, avrebbe definito il carcere per Cecchi Gori "un regime totalmente incompatibile con le sue condizioni di salute".
L'imprenditore sarà interrogato nelle prossime ore in merito alla bancarotta da 25 milioni di euro dopo il fallimento della Safin cinematografica. All'atto istruttorio parteciperanno i pm titolari anche dell'indagine sul fallimento della Finmavi, la cassaforte del gruppo. E' intanto emerso che l'aver portato sugli schermi l'ultimo libro di Federico Moccia, con Raoul Bova protagonista, ha complicato le cose per Cecchi Gori. Nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Guicla Mulliri, infatti, si fa espresso riferimento alle diverse operazioni finanziarie condotte negli ultimi anni dall'imprenditore fiorentino.