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"Ho fatto abortire 300 donne"

Trento, da anni medico prescrive Ru486

Da due anni il dottor Emilio Arisi prescrive la Ru486, la pillola abortiva.

Sono almeno in 300 le gravidanze interrotte. E' la rivelazione shock che il medico di un ospedale di Trento affida a una lunga intervista a "Il Giornale". In Italia il farmaco ancora non è commercializzato ma viene procurato all'estero. "Facciamo tutto in day ospital, la paziente - spiega Arisi - ritorna a casa il giorno stesso in cui viene espulso il feto".

Emilio Arisi è direttore dell'Unità operativa di ostetricia e ginecologia dell'ospedale regionale Santa Chiara di Trento. Nel suo ospedale la Ru486 è realtà da almeno due anni. "In Francia è adottata già dal 1982. Milioni di donne hanno abortito senza andare sotto i ferri", racconta a "Il Giornale".

L'iter burocratico
Nel nostro Paese il farmaco non è ancora disponibile. Ecco come vengono aggirate le norme italiane: è possibile acquistare all'estero qualunque medicinale se si dimostra che sia utile per un determinato paziente. Il medico inoltra una richiesta all'ufficio periferico del ministero della Salute, che in genere concede l'autorizzazione. In una settimana al massimo la pillola abortiva arriva in Italia.

Prima di assumere la Ru486, spiega il dottor Arisi, "la donna affronta un lungo colloquio dove viene spiegata la procedura, i tempi e i rischi". Se c’è il consenso, dopo gli esami del sangue, si consegna la prima pillola che "blocca la produzione del progesterone, l'ormone nodale per il proseguimento della gravidanza".

Tutto in un giorno
"La paziente torna a casa il giorno stesso, sta a casa 24 ore e il terzo giorno assume la prostaglandina".
Nel caso non funzioni, la pillola Ru486 fallisce nel 5% dei casi, si procede al raschiamento. Il medico respinge le accuse di favorire l'aborto facile. "E' una procedura molto impegnativa sia per la donna che per il medico. E' uno stress psicologico più grande di un aborto chirurgico", racconta Arisi. Che aggiunge: "Sono contro l'aborto ma sono costretto a misurarmi con questo problema. Meglio noi che gli aborti clandestini".