cronaca

Ucciso per "sgarro" del fratello

Catania, non fece condoglianze al boss

08 Nov 2006 - 10:24

Suo fratello Rosario non avrebbe fatto le condoglianze al boss Ignazio Bonaccorsi per la morte del fratello di quest'ultimo. Per questo "sgarro" indiretto sarebbe morto Giuseppe Piterà, 49 anni, assassinato il 25 gennaio del 1997 all'interno di una bettola del popoloso rione San Berillo Nuovo di Catania. L'offesa da riparare con il sangue sarebbe avvenuta nel carcere di Bicocca dove Piterà e il boss erano detenuti.

L'inchiesta "Crepuscolo" della Direzione distrettuale antimafia della procura della Repubblica di Catania contro 13 presunti appartenenti alla cosca Cappello, arrestati e accusati di 10 omicidi di mafia e di quattro tentativi di omicidio commessi tra il 1993 e il 1997, ha portato alla luce, tra i tanti delitti, l'inquietante vendetta trasversale per delle mancate condoglianze.

L'inchiesta nasce grazie alla collaborazione di diversi collaboratori di giustizia, compresi Agatino Litrico e Giovanni Pantellaro. Gli investigatori hanno scoperto che dietro al delitto di Claudio Marcello Di Mauro, di 32 anni, assassinato il 4 settembre del 1990, c'era il capomafia Salvatore Cappello che lo riteneva l'esecutore materiale dell'omicidio della madre del suo amico Corrado Favara.

Confermato il ruolo del boss Cappello anche nell'agguato, del 22 agosto del 1990, all'interno di una macelleria del rione Canalicchio di Catania in cui morirono Santo Laudani, dell'omonima cosca mafiosa, Sergio Petraia e in cui rimase ferito Giovanni Coppola.

Scoperti anche gli esecutori materiali dell'uccisione di Angelo Di Bartolo, assassinato il 27 novembre del 1990 a Pachino (Siracusa), da due uomini della cosca Cappello, Tommaso Troppa e Antonino Di Stefano, che agirono travestiti da agenti di polizia. Vincenzo Greco sarebbe stato eliminato il 31 agosto del 1997 dal clan Cappello perché non avrebbe pagato una fornitura di sostanze stupefacenti.

Fatta luce anche sull'agguato del 9 aprile del 1989 in cui furono assassinati Vincenzo Catalano e Orazio Zappalà e rimase ferito Benedetto Cascio. I due erano ritenuti membri della cosca rivale delle "famiglie" Sciuto-Puntina.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri