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Violenza sessuale, prete in manette

Milano, sorpreso in auto con 13enne

Una brutta storia arriva da Milano: un sacerdote 60enne di un comune della Lomellina è stato arrestato perché sorpreso in atteggiamenti intimi con un ragazzino di 13 anni, in auto nei pressi del Cimitero Maggiore.

Ordinato sacerdote nel '69, il prete si occupava da anni di aiutare giovani extracomunitari. Il ragazzino è un rom, costretto a prostituirsi. Il sacerdote ha ottenuto gli arresti domiciliari.

L'accusa resta ed è di violenza sessuale aggravata (perché compiuta ai danni di un minorenne di 14 anni). Il prete, che proprio in questi giorni avrebbe dovuto prendere servizio in una nuova parrocchia della zona (un trasferimento che la Diocesi di Vigevano aveva comunque già deciso da un paio di mesi), da quanto si è appreso si trovava al posto di guida di una Peugeot, con al fianco il ragazzino dell'Est, con tutta probabilità domiciliato al campo nomadi di via Triboniano, dove vivono tanti altri bambini della stessa età costretti a prostituirsi ogni notte al Musocco.

Il vescovo di Vigevano, monsignor Claudio Baggini, avrebbe appreso la notizia dalle forze dell'ordine che hanno raggiunto la canonica del prelato per prelevare pochi indumenti e qualche effetto personale.

Il religioso sarebbe stato sorpreso con il ragazzo durante un consueto giro di controllo di una pattuglia della polizia. Nella zona, dove c'è una forte presenza di rom, ultimamente si è infatti moltiplicata l'attività di prevenzione delle forze dell'ordine, proprio perché indicata come una delle aree a più elevata presenza di prostituzione minorile.

Davanti al giudice per le indagini preliminari Clementina Forleo, il sacerdote ha sostanzialmente ammesso la dinamica dei fatti che gli sono stati contestati ma ha affermato di non aver consumato il rapporto sessuale per il quale aveva pattuito una somma con il ragazzo di cui, avrebbe detto, non conosceva l'età. Il prete ha poi dato una sua giustificazione ad una serie di preservativi e ad una cassetta pornografica sequestrata presso la sua abitazione, così come ha spiegato con esigenze personali la presenza di un flacone di lubrificante ritrovato nella sua auto. Il suo difensore, l'avvocato Fabio Santopietro, ha dichiarato che il suo assistito, dal 1993, cioe' da quando ha preso possesso della casa parrocchiale dove risiede "non ha mai avuto né una televisione né un videoregistratore. Il sacerdote non ha mai visionato la cassetta che è stata sequestrata".