L'opinione del microbiologo La Placa
Il contagio di un gatto con il virus H5N1 "non rappresenta un segnale di aumentato pericolo o rischio per la salute umana". Lo ha dichiarato il microbiologo Michele La Placa dell'Università di Bologna, dopo la notizia del felino infettato dal virus nell'isola di Ruegen in Germania. "Molti mammiferi - ha spiegato - sono naturalmente sensibili ai virus dell'influenza aviaria"."Non si può parlare di salto di specie".
Il caso del gatto infettato è il primo in Europa ma non nel mondo. Ma sembra non destare eccessiva preoccupazione tra gli esperti. "Molti mammiferi - ha spiegato La Placa - sono naturalmente sensibili ai virus dell'influenza aviaria; è il caso dei gatti, dei maiali e persino delle balene, mammiferi nei quali H5N1 può anche essere letale. Tuttavia, questo non è un segno di ulteriore o nuovo pericolo per l'uomo, non si può cioè parlare di un'accentuazione del rischio per la salute umana".
Secondo l'esperto, quindi, in questo caso non si può parlare di un "salto di specie" del virus, dal momento che si tratta comunque di animali sensibili: "Il virus, cioè - ha spiegato il microbiologo - si trova normalmente negli uccelli migratori, nei polli può essere altamente letale e può infettare numerosi altri animali. Ma tutte queste - ha sottolineato - sono situazioni prevedibili".
Evitare di esporsi a massicce quantità di virus
Quindi, ha proseguito La Placa, che l'infezione sia stata riscontrata in un gatto "non rappresenta un evento imprevedibile e, comunque, un gatto infetto rappresenta per l'uomo lo stesso rischio derivante da un pollo infetto. L'importante, per l'uomo - ha proseguito - è evitare l'esposizione a massicce quantità di virus e così come è rischioso vivere in una stessa stanza per un periodo prolungato con dei polli infetti, allo stesso modo sarebbe rischioso vivere a diretto contatto con un gatto infettato; entrambe evenienze - ha detto La Placa - molto improbabili".
Prudenza ma non allarmismi
Nel caso tedesco, secondo l'esperto, "si tratta con tutta probabilità di un gatto di campagna venuto a contatto con feci o con i resti di volatili infetti, e non di un gatto domestico". L'invito è, dunque, alla prudenza e ad evitare gli allarmismi: "Il rischio per l'uomo - ha ribadito La Placa - è lo stesso che deriverebbe dal vivere in casa con un pollo colpito da H5N1".