Cassazione: valide testimonianze amici
Un matrimonio può essere annullato anche dalla testimonianza di amici degli sposi. Lo ha stabilito la Cassazione cancellando un'unione non consumata sulla base delle dichiarazioni di due amiche di lui. La coppia di liguri, Carlo D.A. e Patrizia T., si era recata in viaggio di nozze in Costa Azzurra. Ma la prima notte lei si era sottratta al neomarito, che aveva telefonato a due amiche raccontando sconsolato la vicenda.
Con la sentenza n. 2815 la Cassazione dà quindi il via libera alle testimonianze de relato, ovvero quelle di amici e parenti, sulla prima notte di nozze degli sposi, nel caso in cui la luna di miele non sia stata consumata e non sia possibile condurre perizie sulla verginità della sposa che ha già avuto rapporti prematrimoniali col futuro marito, e dopo il "fatidico si" li rifiuta nettamente.
Nel caso specifico, dopo il matrimonio celebrato il 26 ottobre 1998, neomoglie Patrizia, giunta nel romantico albergo in Costa Azzura, si era negata al marito, un maturo e ricco uomo d'affari, che si era sfogato telefonicamente con le due amiche. In più aveva detto al neosposo Carlo di "considerarlo come un padre". Due giorni dopo, il 28 ottobre, il viaggio di nozze era stato "bruscamente interrotto" e ognuno era tornato a casa propria.
A dicembre Carlo, tornato dal Lussemburgo dove si era gettato a capofitto nel lavoro per riprendersi dall'amarissima vicenda, aveva chiesto lo scioglimento del matrimonio "per non essere stato consumato per il rifiuto della donna ad avere rapporti sessuali". Ma Patrizia, che nel frattempo si era fatta viva chiedendogli "alcune centinaia di milioni", si era opposta allo scioglimento sostenendo che non c'era alcuna prova "sulla mancata consumazione" se non il racconto delle amiche di Carlo, tra cui un'avvocatessa.
La sua posizione è stata tuttavia respinta dalla Corte di Cassazione per la quale, data "l'ovvia impossibilità di provare l'inconsumazione, stanti i pregressi rapporti prematrimoniali", e "l'intuibile difficoltà di reperire prove dirette in una vicenda incidente sulla sfera intima delle persone", ben possono essere valutate - in simili casi - "le testimonianze de relato provenienti dalla parte di chi chiede lo scioglimento delle nozze". Si sa, dice la Suprema Corte, che "destinatari elettivi della vita intima della coppia, sono i parenti più prossimi o gli amici più stretti". Dunque,non c'è nessun motivo per non prendere in considerazione la loro parola per "dimostrare la mancata consumazione del matrimonio, quando è comprovata la non verginità della donna".
Inoltre, Patrizia era già al terzo matrimonio e in passato si era comportata in modo analogo con i malcapitati mariti. E il secondo era stato ben felice di testimoniare a favore di Carlo dichiarando di aver ricevuto un sonoro "no" dopo il "sì" ufficiale.
Il matrimonio è quindi stato annullato confermando la decisione emessa dalla Corte di Appello di Genova nel marzo 2003. E l'ex mogliettina dovrà farsi carico anche delle spese giudiziarie e di 3.500 euro per l' arringa dell'avvocato dell'ultimo sposo.